Il redditometro ci fa i conti in tasca ma stima una spesa più cara del 70%

Arriva il Redditometro e da marzo saranno poste sotto controllo più di 100 voci di spesa per 40 milioni di italiani. All’occhio attento del nuovo Grande Fratello non sfuggiranno le spese di gestione della famiglia, dal mutuo alle rette scolastiche, dalle vacanze alle automobili.
Anche la spesa alimentare sarà sotto esame. Il Redditometro si baserà sui dati ISTAT, che di fatto
stimano il costo della spesa media mensile per ogni tipologia di contribuente sulla base della zona di residenza, calcolando ad esempio che la spesa mensile al supermercato di un coppia con un figlio è mediamente di 561,92. Ma tale budget può essere tagliato di netto semplicemente stando attenti a ciò che si mette nel carrello.
Secondo l’Osservatorio di Klikkapromo.it, il motore di ricerca che consente di scoprire il supermercato più conveniente in zona, grazie alle offerte promozionali è possibile risparmiare fino quasi al 70% rispetto ai valori medi ISTAT senza rinunciare a nulla, marchi preferiti compresi.
Tale risultato emerge da un confronto realizzato tra i prezzi stimati dall’Istituto Nazionale di Statistica e quelli delle promozioni attualmente in corso nei punti vendita delle principali città italiane, su un paniere mensile calcolato per una famiglia di 3 persone e composto da: 60 lt. di acqua, 3 kg. di biscotti, 1 kg. Di caffè, 3 kg di carne bovina, 2 kg. di carne di maiale, 2 lt. di olio, 10 kg. di pasta, 1 kg di prosciutto crudo e 7 lt. di vino . Secondo quanto rilevato dalla ricerca, a Roma con le promozioni in corso si spendono poco più di 62 euro, contro i 190,7 del paniere Istat, per un risparmio del 67%; a Milano si spendono circa 73 euro contro i 189 della media Istat (risparmio del 62%) mentre a Napoli la differenza tra i 78 euro di spesa con promozioni e i 179,6 della media Istat è del 57%.
Non c’è da stupirsi se le città che il Redditometro considera più care, Milano e Roma, siano in realtà quelle che offrono il potenziale di risparmio maggiore. La ragione risiede nella maggiore confluenza di insegne e, quindi, nella maggiore competizione fra i diversi supermercati, da cui deriva la maggiore possibilità di tagliare la spesa. Eppure tali risparmi vengono ignorati dal Redditometro.