Re dollaro e la sua debolezza: per Credit Suisse è l’inizio di un lungo bear market
Ancora una seduta all’insegna della debolezza per il dollaro. Questa mattina il Dollar Index, che misura il valore del dollaro statunitense in relazione a un paniere di valute straniere, si muove in calo in area 93. “Il calo è dettato dalle crescenti pressioni sul raggiungimento di un accordo sul pacchetto di stimolo economico”, segnala Ricardo Evangelista, senior analyst di ActivTrades, secondo il quale “il coronavirus continua a gettare un’ombra sulle prospettive di ripresa dell’economia americana”. Senza un pacchetto di stimoli, aggiunge l’esperto, è improbabile che l’economia americana si riprenda rapidamente e questo è il motivo principale della recente debolezza del dollaro.
Il mercato ribassista del dollaro? Per Credit Suisse continuerà
C’è chi, come Credit Suisse, getta lo sguardo oltre. “Siamo ribassisti sul dollaro dall’inizio di maggio e ci aspettiamo che il mercato ribassista continui per molto tempo”, scrive il broker elvetico, secondo il quale è “l’inizio di un lungo periodo di bear market”. A supporto della loro tesi gli analisti di Credit Suisse indicano alcuni fattori alla base del calo del biglietto verde. Tra questi, il forte deterioramento della posizione fiscale degli Usa rispetto all’area euro e l’impegno della Fed per un QE illimitato, ma anche il Recovery fund (insieme ad altre misure) che “stabilisce l’euro come valuta di riserva (al momento il 20% delle riserve globali è in euro, mentre il 62% in dollari). Gli esperti citano inoltre, come terzo punto, l’avanzo delle partite correnti dell’area dell’euro che dovrebbe essere superiore del 5% rispetto a quello degli Stati Uniti per il 2020 (previsione Fmi), e come quarto punto i differenziali dei tassi reali non sono più favorevoli al dollaro. E ancora da Credit Suisse parla della “mancanza di risposta politica per fermare la debolezza del dollaro”.
Gli esperti di Credit Suisse sottolineano, però, che “la debolezza del dollaro è positiva per il Pil globale, con il 62% delle riserve monetarie e l’80% del commercio internazionale che sono espressi in dollari”. Non solo, un biglietto verde indebolito “allenta le condizioni monetarie globali e porta a prezzi più alti per le materie prime”.
Il ‘re dollaro ha perso la sua corona’, la view di Ing
Il ‘re dollaro ha perso la sua corona’. Questo l’eloquente titolo di un recente report firmato da Chris Turner, global head of markets and regional head of research for UK & CEE di Ing, che si è soffermato sulle performance e sulle prospettive del biglietto verde. Bisogna ricordare che il Dollar Index, scendendo del 4,1% e in totale è sceso del 9% dal picco di marzo. A sostenere questo calo, spiega l’esperto, la “rivalutazione del progetto europeo”, ma anche la perdita del dollaro del suo trend di crescita e del suo vantaggio in termini di rendimento. Con la prospettiva che il dollaro sarà “più vulnerabile” in vista delle elezioni presidenziali di novembre.
Ing si attende che il cambio Euro/dollaro mantenga il suo slancio rialzista in vista delle incerte elezioni americane. “Questo si concretizza in un cross a 1,20, con rischio esterno a quota 1,25. Questo contesto dovrebbe anche favorire le valute difensive come lo yen e il franco svizzero, visto che il mercato è in cerca di alternative al dollaro”, segnala l’esperto della banca olandese.