Notizie Valute e materie prime Dollaro vittima sacrificale, ma ci sono tre ragioni per puntare su una ripresa (solo nel breve). I target di Ubs su eur/usd e usd/chf

Dollaro vittima sacrificale, ma ci sono tre ragioni per puntare su una ripresa (solo nel breve). I target di Ubs su eur/usd e usd/chf

11 Agosto 2020 16:11

Riprende la discesa del dollaro Usa rispetto alle altre principali valute, euro in primis. Oggi il biglietto verde aveva inizialmente tentato di risollevare la testa, ma la lettura ben oltre le attese dello Zew tedesco ha ridato vigore alla divisa unica europea che sale dello 0,23% rispetto al dollaro riavvicinando quota 1,18.

Dopo aver guadagnato bruscamente all’inizio della pandemia Covid-19 sulla crescente domanda di liquidità, il dollaro Usa ha evidenziato un costante calo in questi mesi. Il Dollar Index, che misura il valore del dollaro statunitense in relazione a un paniere di valute straniere, a luglio ha subito il peggior calo mensile in un decennio, scendendo del 4,1% e in totale è sceso del 9% dal picco di marzo.

La prima settimana di agosto si è intravista una piccola inversione di tendenza con il dollar index che ha chiuso leggermente più forte, registrando il suo primo guadagno settimanale da metà giugno.

Sul dollaro si è soffermato Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, che prevede uno stop della tendenza al deprezzamento del dollaro Ue e il biglietto verde potrebbe recuperare un po’ di terreno perso nel breve termine.

Tre assist per ripresa dollaro nel breve

Il CIO di UBS elenca ben tre ragioni che lo portano a vedere il dollaro riprendersi nel breve.

  • Preoccupazioni da Covid in alcune parti d’Europa. La debolezza del dollaro nelle ultime settimane è stata in parte determinata dall’aumento dei livelli di infezione da coronavirus in alcune parti degli Stati Uniti. L’aumento dei nuovi casi di COVID-19 negli Stati Uniti sembra ora rallentare; nel frattempo, invece, in alcune parti d’Europa la crescita dei casi è in aumento. In Germania la velocità di trasmissione (Rt) è aumentata a 1,16 il 7 agosto, il suo livello più alto in 10 giorni, mentre in Italia il numero di nuovi casi ha toccato nei giorni scorsi i massimi di due mesi.
  • Baratro fiscale incombente. Sul dollaro hanno pesato anche le preoccupazioni per l’incombente “fiscal cliff” negli Stati Uniti quando sono scaduti i sussidi di disoccupazione aggiuntivi. Con i colloqui tra i partiti in un vicolo cieco, sabato il presidente Donald Trump ha firmato quattro ordini esecutivi che approvano una serie di misure di stimolo fiscale, tra cui un pagamento di 400 dollari a settimana come sussidi per i senza lavoro. “Anche se il Congresso deve ancora raggiungere un accordo, con entrambe le parti incentivate a raggiungere un accordo prima delle elezioni presidenziali, ci aspettiamo che venga concordato un nuovo pacchetto di almeno 1 trilione di dollari. Ciò dovrebbe fornire un certo sollievo al dollaro USA”, argomenta Haefele.
  • Si stanno costruendo posizioni corte sul dollaro. Terzo punto da considerare a detta dell’esperto di UBS è la lettura dei dati CFTC che vedono le posizioni corte nette sul dollaro rispetto all’euro detenute da conti speculativi aumentate ai livelli più alti dal 2018, aumentando il potenziale di una presa di profitto, se il flusso di notizie diventa più positivo verso il dollaro.

Sul lungo però prevale la view ribassista 

L’analisi di Haefele non si ferma sul breve. A lungo termine la tendenza al ribasso dell’USD rimane intatta, anche se il ritmo del suo declino dovrebbe rallentare.

Ad avallare la tesi di un dollaro debole nel lungo periodo c’è la politica fiscale e monetaria estremamente espansiva negli Stati Uniti, che ha eroso il vantaggio del tasso di interesse del dollaro. Una politica destinata a persistere.

Secondo punto, l’incertezza legata alle elezioni americane che continuerà a pesare sul dollaro. “Anche dopo le elezioni, l’incertezza sull’orientamento fiscale degli Stati Uniti e l’entità dell’indebitamento degli Stati Uniti potrebbero continuare a pesare sull’USD”, rimarca UBS.

Infine, prima della crisi del COVID-19, molti investitori a lungo termine avevano livelli eccezionalmente elevati di esposizione all’USD, per beneficiare dell’ampio differenziale dei tassi di interesse tra gli Stati Uniti e altre valute di finanziamento come il franco svizzero e lo yen giapponese. UBS si attende che questa sovraesposizione venga affrontata – infatti i dati CFTC mostrano un aumento delle posizioni lunghe nette in euro detenute dai gestori patrimoniali da 223.000 a 337.000 contratti tra la fine di maggio e la fine di luglio.

Le previsioni su euro/usd e usd/chf

Le previsioni di UBS a un anno (entro settembre 2021) è che l’euro/dollaro si spinga fino a 1,22 (al centro dell’intervallo 1,20–1,25). Per l’USD/CHF previsto un cambio a 0,90 sullo stesso orizzonte temporale. Sebbene la Banca centrale svizzera abbia recentemente ridotto i suoi sforzi di intervento valutario, UBS vede la SNB continuare a intervenire per limitare la forza del franco svizzero.