Rcs: la società non sa il perché, ma il titolo continua a correre
Dopo il rally a Piazza Affari dell’ultima settimana che ha portato le azioni Rcs a triplicare il loro valore con volumi record e con una perfomace da inizio agosto del +315%, è giunto nella serata ieri un comunicato della stessa società. Su richiesta della Consob, il gruppo che edita il Corriere della Sera ha precisato “di non disporre di informazioni che possano spiegare tali andamenti”.
Rcs ha inoltre sottolineato di aver avviato “le attività preliminari volte alla predisposizione di un piano per lo sviluppo finalizzato a ripristinare una maggiore redditività attraverso la focalizzazione in ambito multimediale”. Allo stato – prosegue la nota – non vi sono aggiornamenti in merito, anche con riferimento a quanto ipotizzato da organi di stampa”.
In più, “rispetto a quanto già comunicato al mercato nelle date 26 giugno e 31 luglio con riferimento al processo di cessione di Flammarion, in data 30 agosto, l’Autorità della Concorrenza francese ha autorizzato l’operazione. Essendosi inoltre conclusa la prevista procedura di consultazione con le rappresentanze sindacali del gruppo Flammarion, il perfezionamento dell’operazione è previsto per oggi”.
Altro appuntamento della giornata è la riunione del Consiglio di amministrazione di Mediobanca in cui, stando alle voci insistenti, si dovrebbe discutere del nuovo possibile approccio strategico di Piazzetta Cuccia, primo azionista del patto di sindacato in Rcs con il 13,69%. Le indiscrezioni, smentite prontamente dall’istituto milanese, ipotizzano una scissione del business bancario dalla holding di partecipazioni in Generali, Telco e nella stessa Rcs. Settimana scorsa, Il Messaggero parlava più che di una scissione di un’eventuale riduzione di investimenti strategici, tra cui proprio la quota detenuta in Rcs.
Nel frattempo non ci sono segni di raffreddamento per il titolo in Borsa. All’indomani di una seduta passata sull’ottovolante, oggi le azioni del gruppo sono già in asta volatilità con un rialzo teorico del 10,41% a 2,196 euro. Non sembrano più andare di pari passo gli altri titoli del settore dell’editoria: Mondadori al momento segna un calo dello 0,56% a 1,243 euro, L’Espresso arretra dello 0,06% a 0,864 euro mentre il Sole 24 Ore cede il 2,10% a quota 0,674.