Rapporto Fmi sull’Italia, anticipazioni. Bce non soddisfatta per NPL banche, BTP osservati speciali
Italia in trepidazione: non solo per l’imminente riunione del Consiglio direttivo della Bce, che si concluderà con la decisione sui tassi in Eurozona e con la conferenza stampa di Mario Draghi. Che, si spera, darà qualche indicazione sul futuro della politica monetaria dell’istituto e, di conseguenza, anche su quello dello scudo sui BTP.
Oggi, oltre a Draghi & Co, si riunisce infatti anche il board dell’Fmi, per discutere e approvare il Rapporto sull’Italia. A fornire qualche anticipazione è stato il Corriere della Sera, basandosi sui contenuti più importanti già al vaglio del Mef e di Bankitalia.
Proprio l’Fmi aveva sorpreso la stessa Italia prevedendo per quest’anno una crescita del Pil del paese a +1,3%: non è escluso oggi che si arrivi a una ennesima revisione al rialzo, piuttosto contenuta +0,1%, che allineerebbe l’outlook del Fondo a quello di Bankitalia (+1,4%); l’istituzione di Washington è anche più ottimista sugli sforzi che l’Italia ha adottato per affrontare il tallone d’Achille dei conti pubblici. L’outlook tra il deficit pil dovrebbe così essere pari a 1,2% nel 2018 anche se la cosa più interessante è la «tendenza zero» che si dovrebbe materializzare nel giro di qualche anno.
Il rapporto tra deficit e Pil si dovrebbe attestare intorno all’1,2% nel 2018. Ma la cosa più interessante è la «tendenza zero» che si dovrebbe materializzare nel giro di qualche anno. Tra le questioni ancora aperte, rimane l’inefficienza della Pubblica amministrazione, che opera tra l’altro in un contesto di “corruzione percepita”. Viene certificata l’attenuazione del problema degli NPL, ovvero dei crediti deteriorati delle banche italiane, il cui livello rimane tuttavia elevato.
Ma proprio a tal proposito arriva la stoccata della stessa Bce, che afferma di non essere soddisfatta da alcuni piani di smobilizzo degli NPL (crediti deteriorati) che sono stati presentati nel mese di marzo da alcuni istituti di credito del paese. Si tratta di indiscrezioni, che affermano anche che la Bce punterebbe a un NPL ratio, nel lungo periodo, pari al 7-8%: obiettivo difficile da raggiungere in alcuni casi.
Tutto questo mentre, a pochi minuti ormai dal comunicato della Bce, cresce l’ansia per il futuro dei BTP destinato inevitabilmente a cambiare: il tapering del Quantitative easing, a prescindere dagli annunci di oggi, prima o poi ci sarà. E questo significa che le quotazioni dei BTP non avranno più l’assist della Bce che, acquistando titoli di debito (e anche corporate) dell’Eurozona ha dato un assist al valore degli asset. Tanto che, intervistato da Reuters, Daniel Lenz, strategist di DZ Bank, afferma che “quando il tapering inizierà, ci sarà una nuova discussione su come l’Italia farà fronte a un contesto di tassi elevati”. Secondo Lenz la Bce, di conseguenza, oggi tenterà a tutti i costi di provocare forti reazioni sul mercato dei bond, che potrebbero verificarsi nel caso in cui un suo eventuale messaggio fosse troppo da falco.
Nei prossimi minuti, concorda Gilles Pradere, gestore di portafoglio presso RAM Active Investments, “il messaggio probabilmente sarà quello di invitare i mercati a non andare nel panico”. In generale, “la Bce non vuole scatenare né un panico né un entusiasmo eccessivi. E Draghi è piuttosto bravo in questo.
Intanto, sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund a 10 anni scende alle 13.45 di quasi -2%, a 162 punti, con i tassi sui BTP decennali che arretrano dello 0,23%, al 2,18%, e quelli sui Bund che salgono del 3,33%, allo 0,55%.