Rame, la ripresa cinese e la diminuzione delle scorte globali potrebbero sostenere il prezzo
Mentre prosegue la stagione delle trimestrali, sia in America che negli Stati Uniti, i principali listini azionari continuano a mostrare una certa cautela. Questo principalmente a causa delle preoccupazioni per l’inflazione elevata, il rischio recessione, il tutto in contesto in cui gli operatori sono ancora intenti a misurare l’impatto della crisi di liquidità nel settore bancario.
Ma anche in questo scenario di mercato non mancano delle opportunità interessanti, pensiamo ad esempio all’oro il cui prezzo nell’ultima settimana si è avvicinato sensibilmente ai suoi massimi storici, mettendo a segno un vigoroso rialzo del +13% dai minimi di marzo.
Ma non solo, tra le altre opportunità di investimento, gli analisti di Global X, hanno individuato anche quella costituita dal rame, che potrebbe beneficiare da tre notizie delle ultime settimane.
Sempre più veicoli elettrici
Innanzitutto, lo scorso 12 aprile l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti ha annunciato degli standard più severi per l’inquinamento da gas di scarico delle automobili, con l’obiettivo di promuovere l’adozione di veicoli elettrici e favorire la decarbonizzazione.
Questo dovrebbe accelerare ulteriormente la realizzazione di vaste infrastrutture di ricarica elettrica e la produzione di batterie, aumentando quindi la domanda di rame. In tal senso, il governo statunitense ha stanziato al momento 2,8 miliardi di dollari per la produzione di batterie per veicoli elettrici e mira a rendere elettrico il 50% delle nuove vendite di auto entro il 2030.
In generale, Alexander Roll, Associate Investment Strategist di Global X, prevede che “la domanda di materie prime resterà elevata a causa delle politiche industriali globali per l’energia pulita, come l’Inflation Reduction Act, provvedimenti che daranno maggior impulso allo sviluppo di infrastrutture rinnovabili e alle iniziative di decarbonizzazione”.
La crescita della Cina favorisce il rame
Nel mese di aprile i dati sul PIL cinese del primo trimestre 2023 hanno mostrato un tasso di crescita del 4,5%, superando ampiamente le previsioni del 4% e avvicinandosi così all’obiettivo del 5% fissato per l’anno in corso dal governo. Questa crescita è stata trainata da un forte mercato delle esportazioni, dagli investimenti in infrastrutture, ma anche da un rimbalzo dei consumi al dettaglio e dei prezzi degli immobili.
Ricordiamo che il settore edile e delle costruzioni cinese è uno dei principali motori della domanda di rame, responsabile del 30% della domanda globale.
In questo senso, a marzo i prezzi delle nuove case in Cina sono aumentati dello 0,5% mese su mese, segnando il terzo aumento mensile consecutivo e il ritmo di crescita più rapido degli ultimi 21 mesi, grazie soprattutto alle politiche di sostegno del governo.
“L’importante pacchetto governativo rivolto agli sviluppatori immobiliari (annunciato nel novembre 2022) pensiamo stia alimentando questa robusta ripresa del settore edilizio cinese. Il settore immobiliare ha infatti ricevuto nuovi finanziamenti per un totale di 162 miliardi di dollari dalle principali banche cinesi, che hanno iniettato una notevole liquidità nel real estate cinese”, afferma Alexander Roll di Global X.
I problemi in Cile e Perù minacciano l’offerta di rame
I problemi nelle regioni minerarie come Cile e Perù, che rappresentano quasi il 40% dell’offerta mondiale di rame, hanno causato ritardi nella consegna del rame grezzo, con conseguenti interruzioni della produzione.
A queste sfide si aggiungono le basse scorte di rame negli Stati Uniti e in Europa, che fanno temere che il mercato del rame possa a breve trovarsi in una condizione di deficit.
Ecco che l’esaurimento delle riserve di rame non fa altro che incrementare il rischio di un’impennata dei prezzi, in quanto gli operatori potrebbero affrettarsi a riempire di nuovo le proprie scorte.
Al momento infatti le scorte combinate di rame al London Metal Exchange (LME) e al Commodity New York Mercantile Exchange (COMEX) rimangono criticamente basse, il che dovrebbe sostenere ulteriormente i prezzi elevati della materia prima.
La debolezza del dollaro favorisce le materie prime
Ma non solo, in ultima teniamo presente che il dollaro americano sta continuando a mostrare una certa debolezza e questo potrebbe essere un ulteriore fattore che potrebbe contribuire a sostenere il prezzo delle materie prime tra cui il rame.
Analisi tecnica: rame al test della media mobile a 200
Dal punto di vista grafico continua la fase di debolezza del rame, il cui prezzo è sceso ulteriormente dopo aver testato la resistenza dinamica data dalla trendline ribassista (linea blu) costruita dai massimi di marzo 2022 dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Da li i prezzi hanno perso quasi il 7% violando al ribasso sia la media mobile a 50 periodi che l’area supportiva a quota 3,93 dollari.
In caso di proseguimento della debolezza di breve periodo, l’area di supporto data dalla media mobile principale a 200 periodi potrebbe contribuire a sostenere efficacemente i prezzi del rame.
Al contrario, il cedimento del livello a quota 3,8 dollari potrebbe riportare le quotazioni del metallo rosso verso il successivo livello di supporto a 3,5 dollari, prezzi di novembre 2022.