Rally di Natale? Strategist ottimista, presenta i cinque ETF su cui scommettere
I principali indici azionari Usa, S&P 500, Nasdaq e Dow Jones sono in rialzo tra il 16% e il 28% dall’inizio dell’anno, ma la domanda che circola nei corridoi di Wall Street è la seguente: ci sarà un rally di fine anno, il cosiddetto rally di Natale?
Wall Street testa nuovi record e l’azionario europeo sale grazie ai rialzi dei titoli petroliferi. L’attenzione degli investitori è rivolta a livello globale agli Usa, sia per l’audizione del prossimo numero uno della Fed Jerome Powell, attesa oggi al Congresso, sia in attesa del voto al Senato della riforma fiscale Usa.
Nel suo report pubblicato oggi, l’Ocse ha in realtà messo in guardia gli investitori: d’altronde, l’indice che monitora la performance dell’azionario globale, l’MSCI World Index, è salito del 18% circa solo quest’anno, raddoppiando rispetto al valore del febbraio del 2009. Secondo l’istituzione parigina, la probabilità di assistere a “forti” correzioni è, di conseguenza, elevata.
Ma Jim Stugger, strategist della divisione dei derivati presso MKM Partners, è fiducioso sul trend dell’azionario e sulla possibilità di un rally di Natale.
Ttra i motivi del suo ottimismo c’è il basso livello della volatilità.
Intervistato da Marketwatch, Stugger afferma di ritenere che questa sarà una delle ragioni che sosterranno, in particolare, cinque ETF: si tratta di PowerShares QQQ (QQQ), WisdomTree India Earnings Fund (EPI), iShares MSCI Emerging Markets (EEM), iShares China Large-Cap (FXI) e Technology Select Sector (XLX).
Si nota come la nota bullish dello strategist riguardi principalmente mercati emergenti e titoli tecnologici. Il consiglio, nello specifico, è di puntare su questi ETF attraverso opzioni call.
Per l’esperto, dicembre sarà un mese positivo anche per Wall Street, in generale.
Dalla sua parte l’azionario Usa ha sia il trend della volatilità realizzata, che si prepara a chiudere l’anno al secondo valore più basso dal 1928, che l’andamento storico riportato nel mese di dicembre.
Al momento, la volatilità dello S&P 500 a 250 giorni è pari al 6,8%, superiore soltanto al 5,3% del 1964 (dal 1028).
Negli ultimi 70 anni, inoltre, dicembre si è confermato il mese in cui l’azionario Usa ha riportato rialzi più spesso che negli altri mesi (il 75% delle volte), a fronte del ritorno più alto, in media, pari a +1,5%.