Prosegue il piano di dismissioni in casa Banco Popolare, il mercato premia il titolo
Banco Popolare in evidenza a Piazza Affari con un rialzo dell’1,96% a 5,19 euro. A spingere il titolo le indiscrezioni su un’imminente offerta di Tercas, la Cassa di Teramo, per il 51% di Caripe, la Cassa di Pescara controllata dal Banco attraverso la Popolare di Lodi. Il Consiglio di Tercas avrebbe dato il via libera a una proposta che valorizza la quota di controllo 102 milioni (e tutta la Caripe 200 milioni). Una cifra che, secondo gli analisti di Centrosim, “è sostanzialmente in linea con il valore di carico”. La cessione, inoltre, “porterebbe benefici sui coefficienti di capitale, anche se limitati (circa 15 punti base)”. Sempre Centrosim sottolinea come, per quanto riguarda il dividendo, “il mercato si aspetta una cedola simbolica dello 0,06 euro per azione”.
L’operazione Caripe dovrebbe dare un’accelerazione al piano di dismissioni dell’istituto veronese che dovrebbe portare, secondo le stime di Intermonte, a un miglioramento del Core tier 1 ratio di oltre 20 punti base da 6,3% a 6,5%. Il Banco Popolare non ha l’obbligo di vendere asset, come dichiarato a novembre dal numero uno Pier Francesco Saviotti, ma la cifra offerta da Tercas, qualora venisse confermata, sarebbe superiore alle stime degli analisti a 138 milioni e valorizzerebbe Caripe 1,8 volte il patrimonio netto. Gli analisti di Mediobanca hanno comunque mantenuto il giudizio negativo sul titolo dell’istituto scaligero per “il basso peso del retail banking e quello maggiore dell’investment banking che così incrementa il peso medio del costo del capitale della banca”.
Sempre nel piano di dismissioni rientra anche l’accordo siglato la scorsa settimana per la vendita del 90,5% di Factorit, società attiva nel settore anticipazione e incasso di crediti commerciali, alla Popolare di Sondrio per una quota del 60,5% e alla Popolare di Milano per il 30%, mentre il restante 9,5% rimarrà in portafoglio al Banco Popolare. Un’operazione che porterà nelle casse veronesi 154 milioni di euro. Sempre nella stessa giornata il Consiglio di gestione dell’istituto scaligero aveva approvato le condizioni del bond convertibile 2010-2014 da un miliardo con una cedola fissa pari al 4,75%. Una mossa finalizzata a collocare il Core tier 1 sopra il 7%. Infine, un’altra dismissione potrebbe riguardare parte dei circa 140 sportelli siciliani del Banco Popolare. Qui le voci parlano di un interesse di Intesa SanPaolo che vedrebbe così ridotto il gap nell’isola con la rivale Unicredit.