Produzione industriale: Nomisma, basta invocare riforme strutturali. Priorità politica economica espansiva
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"Siamo in stagnazione o è la prosecuzione della recessione degli ultimi due anni? A questo punto dell'anno solo questo sembra il dilemma per l'Europa e per l'Italia". Commenta così Sergio De Nardis, capo economista di Nomisma, il dato sulla produzione industriale diffuso questa mattina dall'Istat.
"La produzione industriale - spiega De Nardis - è in calo da noi, in Germania, in Francia, in Spagna. E non è il dato di un singolo mese su cui possono incidere ponti, ferie calendari, è una tendenza che rimane negativa anche facendo la media su più mesi. Queste dinamiche sembrano dare ragione al comitato Cepr che data ufficialmente il ciclo economico europeo e che meno di un mese fa ha stabilito di non potere dichiarare terminata la recessione euro iniziata a metà 2011. Di fronte a questa situazione la discussione europea di questi giorni su riforme strutturali in cambio di flessibilità è completamente fuori luogo, del tutto inadeguata. Quando l'inflazione è zero e la produzione cala non si può continuare a invocare riforme strutturali, che non hanno alcun ruolo in un ciclo così negativo. La priorità è una politica economica espansiva di sostegno della domanda condotta a livello europeo".
"E se la politica monetaria è impotente a correggere le tendenze, non resta che fare affidamento su politiche fiscali espansive. Il che significa espansione fiscale nei paesi che possono permetterselo, in primo luogo la Germania, e revisione di modalità e tempi di risanamento dei paesi in deficit", conclude De Nardis.
"La produzione industriale - spiega De Nardis - è in calo da noi, in Germania, in Francia, in Spagna. E non è il dato di un singolo mese su cui possono incidere ponti, ferie calendari, è una tendenza che rimane negativa anche facendo la media su più mesi. Queste dinamiche sembrano dare ragione al comitato Cepr che data ufficialmente il ciclo economico europeo e che meno di un mese fa ha stabilito di non potere dichiarare terminata la recessione euro iniziata a metà 2011. Di fronte a questa situazione la discussione europea di questi giorni su riforme strutturali in cambio di flessibilità è completamente fuori luogo, del tutto inadeguata. Quando l'inflazione è zero e la produzione cala non si può continuare a invocare riforme strutturali, che non hanno alcun ruolo in un ciclo così negativo. La priorità è una politica economica espansiva di sostegno della domanda condotta a livello europeo".
"E se la politica monetaria è impotente a correggere le tendenze, non resta che fare affidamento su politiche fiscali espansive. Il che significa espansione fiscale nei paesi che possono permetterselo, in primo luogo la Germania, e revisione di modalità e tempi di risanamento dei paesi in deficit", conclude De Nardis.