Previsioni pazze su Wall Street, tassi Fed e fattore PIL in vista elezioni presidenziali 2020. Goldman spiega perchè Trump è favorito per rielezione
Wall Street è tornata a ridosso dei massimi storici ma al presidente Donald Trump non basta il cambio di rotta della Federal Reserve che ha innescato il rally a inizio anno. Il tycoon continua ad attaccare la Fed arrivando addirittura ad azzardare che “se la Fed avesse fatto bene il suo lavoro, e non lo ha fatto, il Dow Jones sarebbe salito da 5mila a 10mila punti in più, e il PIL sarebbe salito di ben oltre il 4% invece del 3% con inflazione quasi a zero”. Previsioni alquanto irrealistiche considerando che dall’elezione di Trump il valore del mercato azionario statunitense è aumentato di ben 9,1 trilioni di dollari, pari al 35,6%, uno dei migliori saldi nel corso di un mandato di un presidente statunitense.
Tra le promesse fatte da Trump in campagna elettorale c’era stata quelle di far crescere l’economia al ritmo del 4%.
Trump dà i numeri: senza errori Fed il Dow Jones il 40% più in alto
Ma per il presidente Donald Trump, non è abbastanza. In termini percentuali, 10 mila punti in più del Dow Jones significano un balzo in area 36.400 punti, ossia il 40% sopra i livelli attuali. Il massimo storico del Dow Jones risiede a a quota 26.951.81.
Le parole di Trump, che ha ripetutamente attaccato nell’ultimo anno l’azione della Federal Reserve che nel corso del 2018 ha alzato 4 volte il livello dei tassi di interesse, sono probabilmente dettate da una strategia politica volta a contrastare il rischio che arrivi all’appuntamento delle elezioni presidenziali di novembre 2020 con un’economia Usa in affanno. Alcuni economisti hanno infatti previsto un forte rallentamento se non addirittura recessione per gli Usa con l’effetto dello stimolo fiscale che va progressivamente scemando. Un ulteriore allarme era scattato il mese scorso con l’inversione della curva dei rendimenti dei Treasury Usa, che solitamente è anticipatrice di una recessione.
Goldman indica due elementi a favore di rielezione Trump
Rischio recessione che a detta di Goldman Sachs non è dietro l’angolo, anzi. La banca d’affari Usa, secondo quanto riporta Bloomberg, stima che l’economia americana crescerà del 2,5% quest’anno e del 2,3% nel 2020, un ritmo sufficiente a spingere la disoccupazione al 3,3% l’anno prossimo dal 3,7% quest’anno. Il capo economista di Goldman, Jan Hatzius, ritiene che la cosa più probabile è che la Fed propenderà per mantenere i tassi fermi fino al IV trimestre 2020, ossia fino alle elezioni del 2020. In precedenza Goldman indicava una nuova stretta a inizio 2020. Goldman prevede anche un altro rialzo in arrivo nel 2021.
Proprio alla luce della prospettiva positive per l’economia Usa, Goldman Sachs ritiene che Trump parte in vantaggio rispetto ai candidati rivali che parteciperanno alle elezioni del 2020. In primo luogo, tutti i presidenti uscenti iniziano con un vantaggio del 5-6% rispetto agli altri candidati; secondariamente, l’economia americana sarà in buona forma quando gli elettori andranno a votare.