Premier Olanda perentorio sullo spread Btp-Bund: tocca all’Italia creare condizioni per ridurlo
Il primo ministro olandese, Mark Rutte, non usa giri di parole per far capire all’Italia che dovrebbe farsi carico della gestione del costo del suo debito pubblico nei mercati finanziari.
Rutte sostiene che “nella divisione del lavoro del sistema monetario e nella riduzione dello spread, il paese deve assicurarsi che i fondamentali vadano bene”, ha detto Rutte in un’intervista a margine del vertice dell’Unione europea tenutosi a Bruxelles. Una presa di posizione dura proprio nelle settimane in cui la Bce è al lavoro per un nuovo strumento atto a contenere la frammentazione nell’area euro, il cosiddetto scudo anti-spread.
I tassi dei Btp, saliti fino a oltre il 4% sui segnali che la Bce si sta preparando ad aumentare i tassi di interesse, hanno spinto la banca centrale europea a una riunione d’emergenza in cui ha annunciato l’arrivo di uno strumento che contrasti l’allargamento degli spread.
Rutte ha detto che pensa che la situazione sia “ancora gestibile al momento”, rimarcando comunque che spetta alla BCE decidere se è necessario fare di più per l’Italia. Il premier olandese ha detto di avere fiducia nella “grande credibilità” di Mario Draghi per gestire la situazione. “Draghi sta attuando il piano di riforme basato sul programma di resilienza, di per sé che contribuirà a migliorare i fondamentali dell’economia italiana”.
In attesa dello scudo anti-spread firmato Bce, i BTP hanno guadagnato vigore nelle ultime due settimane con tassi scesi del 20% dai massimi tornando in area 3,4% e differenziale tra BTP e Bund sotto i 200 punti base.
Christine Lagarde, presidente della Bce, ha precisato che il nuovo meccanismo a cui i funzionari della banca centrale stanno lavorando ha come obiettivo quello di impedire che i movimenti irrazionali dei mercati mettano sotto pressione le singole nazioni dell’area euro, in un contesto in cui la Bce si prepara ad alzare i tassi per la prima volta in più di dieci anni.
E’ acceso il dibattito tra chi vorrebbe che la Bce continuasse a supportare i BTP italiani nonostante la fine imminente del Quantitative easing tradizionale e chi vorrebbe invece che l’Italia iniziasse a svincolarsi dai continui sostegni della banca centrale.
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