Notizie Notizie Italia Pramac il 3 luglio al debutto sull’Expandi, pay-out al 30-40%

Pramac il 3 luglio al debutto sull’Expandi, pay-out al 30-40%

19 Giugno 2007 13:41

Al gran ballo delle debuttanti partecipa anche Pramac, che, se tutto filerà la liscio, darà inizio alle negoziazioni sul segmento Expandi di Piazza Affari il 3 luglio. “Abbiamo scelto l’Expandi – ha spiegato l’amministratore delegato, Paolo Campinoti, in occasione della conferenza stampa per la presentazione dell’Ipo – per fare un po’ di esperienza. Del resto l’Expandi sta diventando un mercato sempre più importante. Se poi tutto va bene nulla vieta in un secondo tempo di passare allo Star”.


L’azienda attiva nel settore della produzione e nella distribuzione di gruppi elettrogeni per la generazione di energia elettrica, nonché nel settore dei macchinari per la movimentazione logistica arriverà sull’Expandi grazie a una offerta globale riguardante 10.933.767 azioni, pari a circa il 35,85% del capitale sociale post offerta globale, rivenienti per il 9,63% da un aumento di capitale sociale e per il 26,22% dalla messa in vendita di titoli da parte del presidente, Mario Campinoti, di Iniziativa gestione investimenti sgr, di Paulineplein bv, di Bruno Thierry Durex Parise e dell’a.d., Paolo Campinoti. L’offerta globale si suddivide in un 15% rivolto al pubblico e in un 85% che finirà nelle mani di investitori istituzionali.


E’ prevista inoltre la concessione da parte di alcuni azionisti venditori al coordinatore dell’offerta globale (Banca Caboto) di una opzione di chiedere in prestito un massimo di 1.611.123 azioni ai fini di una eventuale sovrallocazione (il cosiddetto overallotment) nell’ambito del collocamento istituzionale. E’ poi prevista la concessione di una opzione di acquisto, la cosidetta “greenshoe”, di un massimo di 1.611.123 azioni, che, nel caso di esercizio integrale, porterebbe a 12.544.890 i titoli interamente collocati in sede di Ipo e a 41,13% il flottante. L’intervallo di prezzo per la quotazione in Borsa è stato individuato a 4 – 5 euro per ogni singola azione. La capitalizzazione post offerta globale, calcolata sulla base del prezzo massimo, si attesta a circa 152 milioni di euro, mentre il ricavato derivante dall’Ipo è di circa 54,7 milioni, al lordo di spese e commissioni legate al collocamento.


Circa le strategie future e le operazione che la società ha in mente e che il ricavato dall’Ipo renderà possibili, l’a.d. ha fatto sapere che proseguiranno sia la politica di delocalizzazione sia l’apertura di nuove filiali. “Nei prossimi anni – ha detto Campinoti – pensiamo di continuare la politica di delocalizzazione, in particolare attraverso la costruzione, con un investimento di 2,5 milioni di euro, di uno stabilimento di produzione in Romania, grazie al quale il processo dovrebbe completarsi. Pensiamo inoltre, per il 2007, di aprire due nuove filiali, una a Dubai e una in Slovacchia”. Ma il ricavato dell’Ipo potrebbe anche essere impiegato per nuove acquisizioni: “Sicuramente abbiamo intenzione di seguitare con le acquisizioni, ma non vogliano farci prendere dall’ansia di farle a tutti i costi. Stiamo comunque valutando delle opzioni nel settore ‘power’. Fino a ora abbiamo sempre fatto operazioni a prezzi interessanti e vogliamo continuare su questa strada”.


Nonostante le strategie legate all’espansione e alla crescita per linee esterne e nonostante che negli anni scorsi non siano mai statai distribuiti dividendi, il gruppo, nato nel 1966 dall’integrazione di varie realtà commerciali operanti nei settori della movimentazione e delle produzione di generatori elettronici, ha intenzione di remunerare gli azionisti una volta approdato a Piazza Affari: “La precedente impostazione dovrebbe cambiare, perché intendiamo restituire agli azionisti sotto forma di dividendo il 30-40% circa dell’utile”. L’utile netto è salito dai 4,4 milioni di euro del 2004, passando per i 6,2 del 2005, fino a raggiungere i 6,8 milioni dello scorso anno. Il valore della produzione è invece cresciuto dai 166,5 milioni del 2004 ai 213,9 milioni del 2006 (passando per i 162,3 milioni del 2005, quando rispetto all’anno prima è stata registrata una leggera flessione).