Notizie Notizie Italia Prada in cerca di dote a Hong Kong: tra maggio e giugno si prepara a sfilare in Borsa

Prada in cerca di dote a Hong Kong: tra maggio e giugno si prepara a sfilare in Borsa

31 Gennaio 2011 17:36

Da quell’angolo di Milano, via Fogazzaro, hanno cambiato più volta idea. Ma adesso che l’annuncio c’è stato, fare marcia indietro potrebbe risultare più antipatico. La protagonista di questa storia è Prada che settimana scorsa ha rotto gli indugi: questione di una manciata di mesi e per la maison della moda che fa capo a Miuccia Prada e Patrizio Bertelli si apriranno le porte della Borsa di Hong Kong. Dopo dieci anni di tentativi andati a vuoto, Prada ha seguito le dritte di Hsbc e snobbando Piazza Affari ha deciso di puntare sul listino asiatico, entro l’estate. In caso di successo dell’Ipo la società sarà il maggiore brand europeo della moda a quotarsi in oltre un decennio e il primo gruppo italiano a sbarcare a Hong Kong.

 

Se sul mercato dovesse confermarsi il bel tempo, la società italiana potrebbe decidere di quotarsi anche su un’altra piazza. E’ una questione di convenienza squisitamente finanziaria la decisione di quotarsi in Asia – osservano alcuni analisti con un pizzico di malizia – Bertelli spera di riuscire a spuntare un prezzo più alto e molto probabilmente ci riuscirà visto il grande appeal che un marchio del Made in Italy come Prada ha in Asia. Basta dare un’occhiata ai numeri per capire come tira il vento degli affari in quella parte del mondo. Nel periodo febbraio – ottobre 2010, i marchi del gruppo (Prada, Miu Miu, Car Shoe e Church’s) hanno registrato un balzo del 51% sul mercato asiatico.

 

La seconda ragione dell’Ipo asiatica risiede nelle condizioni meno stringenti che la Borsa di Hong Kong richiede rispetto a Piazza Affari o alla City londinese. Secondo quanto risulta a questa testata tra maggio e giugno l’operazione prenderà corpo. La decisione di fare rotta in Borsa è stata adottata all’unanimità dai soci, riuniti in consiglio d’amministrazione, che la scorsa settimana hanno detto sì al progetto, ma in realtà era nell’aria da tempo. Oltre alla famiglia Prada-Bertelli, nella compagine azionaria di Prada figura Intesa SanPaolo che detiene un 5% del capitale. Sarebbe stata proprio la banca milanese, che accompagna la maison nel processo di quotazione, a spingere l’entourage della maison verso l’operazione.

 

Mentre banche e avvocati che cureranno l’operazione – Banca Imi (Intesa SanPaolo), UniCredit, Clsa (Credit Agricole) e Goldman Sachs al fianco dei legali dello studio Bonelli Erede Pappalardo e Slaughter & May e Davis Polk – stanno lavorando alla messa a punto della quotazione, i prossimi giorni gli azionisti di Prada si siederanno di nuovo al tavolo del cda per approvare il bilancio 2010, che dovrebbe chiudersi con oltre 2 miliardi di ricavi e 500 milioni di utile, e poi – nel corso di febbraio – saranno via via definiti i dettagli della nuova avventura. Qualche numero su cui ragionare in realtà c’è già. Sul listino di Hong Kong dovrebbe finire, secondo fonti finanziarie contattate da questa testata, una quota compresa tra il 15 – 25 per cento della società con gli analisti che valorizzano il gruppo in una forchetta che spazia tra i 5 e i 7 miliardi di euro. L’avventura in Borsa potrebbe fruttare 1,6 miliardi di euro, vendendo azioni che dovrebbero essere destinate a investitori istituzionali a un multiplo di 10 volte l’Ebitda atteso per il 2010. Risorse che dovrebbero essere impiegate per ripianare il debito della holding.