Notizie Notizie Italia Poste Italiane: Tesoro all’incasso con Opv al via il 21 ottobre. Tutti i dettagli del collocamento e rischi per il titolo

Poste Italiane: Tesoro all’incasso con Opv al via il 21 ottobre. Tutti i dettagli del collocamento e rischi per il titolo

7 Ottobre 2024 09:45

Tutto pronto per la cessione da parte del Tesoro di una nuova quota di Poste Italiane. Quello che il ministro Giorgetti ha ribattezzato un autunno-inverno caldo delle privatizzazioni partirà, salvo rinvii, il prossimo 21 ottobre con la cessione del 14% circa di Poste Italiane.

Definita la struttura del consorzio di collocamento, i dettagli dell’Opv

Il Mef ha infatti definito la struttura del consorzio di garanzia e collocamento per la prevista dismissione di una quota della partecipazione di controllo detenuta in Poste Italiane. Il ministero dell’Economia e delle Finanze ricorda che l’operazione di Opv prevede comunque il mantenimento di una quota, diretta ed indiretta, superiore al 50%. I global coordinator dell’operazione saranno Intesa Sanpaolo, Mediobanca, UniCredit, Citi, Deutsche Bank e JP Morgan. A ricevere l’incarico di joint bookrunner sono invece stati Barclays, Bnp Paribas, Morgan Stanley, Société Generale e Ubs.

Il collocamento dovrebbe concludersi giovedì 24 ottobre con la comunicazione del prezzo il giorno successivo. l prezzo di vendita. Stando alle indiscrezioni riportare da La Stampa, l’intenzione del Tesoro sarebbe quella di riservare una quota del 35% dell’intero collocamento ai piccoli risparmiatori e all’interno di questa soglia una parte andrebbe ai dipendenti di Poste. Per gli investitori istituzionali la restante fetta del 65%.

La dismissione di una quota da parte del Tesoro solleva il rischio di una situazione di overhang sul titolo. Gli analisti di Equita hanno sottolineato come un’OPV con una quota consistente dedicata al retail possa contribuire a limitare tale rischio.

Verso incasso da 2,3 miliardi

Complessivamente, a prezzi attuali (oggi il titolo sale dello 0,5% a 12,58 euro), il Tesoro con tale cessione andrebbe a incassare oltre 2,3 miliardi che si sommerebbero ai 3 miliardi già raccolti quest’anno con la cessione di una quota di Eni e del Monte dei Paschi di Siena. Proprio dell’istituto senese il Tesoro ha recentemente preannunciato per bozza del ministro Giorgetti l’intenzione di cedere un’ulteriore quota entro fine anno.

Le attese sono che il ministero collocherà sul mercato una fetta intorno al 10% di Mps, il che si tradurrebbe in un incasso tra i 600 e i 650 milioni. Risorse tutte destinate alla riduzione del debito. Nel triennio 2024-2026 l’obiettivo ambizioso del governo e ricavare ben 20 miliardi di euro dalle privatizzazioni.

Poste Italiane: l’azionariato prima dell’Opv

Tornando a Poste Italiane, il gruppo guidato da Matteo Del Fante attualmente vede lo Stato al 64,2% del capitale. Il 35% detenuto da Cassa depositi e Prestiti (controllata sempre dal Mef), mentre il ministero dell’Economia ha una quota diretta del 29,2 per cento. Sommando le quote dirette e indirette si arriva al 64,2%. Le azioni proprie sono pari allo 0,82%, mentre gli investitori individuali e istituzionali detengono quote di Poste Italiane pari rispettivamente al 12,05% e al 22,88%.

Poste è uno dei titoli di Piazza Affari più graditi tra gli analisi. Il consensus Bloomberg evidenzia infatti una netta prevalenza dei giudizi positivi (buy) sul titolo, pari al 77,8% del totale. Gli hold sono solo il 16,7%, mentre sell è solo il 5,6%.

Negli ultimi 12 mesi il titolo Poste si è apprezzato del 30% e ha raggiunto una capitalizzazione di oltre 16,3 miliardi.