Poste Italiane: Tesoro deve far cassa, Padoan apre a collocamento ulteriore quota
Diventa sempre più concreta la possibilità di un collocamento già quest’anno di un’ulteriore quota di Poste Italiane da parte del Tesoro. Dopo le voci circolate nelle scorse settimane, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha dato credito a questa possibilità ferma restando l’intenzione di mantenere il controllo statale.
Il collocamento di ulteriori quote di Poste Italiane “è una possibilità. In ogni caso sempre mantenendo il controllo”, ha detto Padoan in un’intervista al Sole 24 Ore, rimarcando come la valorizzare le imprese pubbliche “non significa soltanto vendere un pezzo dello Stato per fare cassa ai fini dell’abbattimento del debito, ma significa anche esporre il management alla concorrenza e allo scrutinio dei mercati per migliorare i risultati e la qualità dei servizi. Questo vale per Poste, Fs ed Enav”.
Lo stesso amministratore delegato di Poste Italiane, Francesco Caio, aveva fatto intendere a margine della presentazione dei conti 2015 che in prospettiva la quota di controllo del Tesoro potrebbe scendere intorno al 30%, così come fatto in passato con Eni ed Enel. “La capacità di controllo da parte dell’azionista si può garantire con una quota di partecipazione più bassa, come nel caso di Eni ed Enel”, ha infatti rimarcato Padoan.
L’accelerazione dell’iter relativo alla cessione di ulteriori quote potrebbe essere dettato dalla necessità di reperire le risorse necessarie per coprire i mancati introiti originariamente previsti dalla privatizzazione di FS, slittata al 2017.
In Borsa oggi il titolo Poste si muove comunque in buon rialzo (+1,85% a 6,58 euro). Tra gli altri temi caldi c’è il possibile coinvolgimento nel fondo Atlante attraverso Poste Vita, ma con una quota contenuta. Ieri invece è arrivato un nuovo secco no da parte di Caio alla possibilità di un intervento di Poste su Banca MPS.