Notizie Notizie Italia Poste Italiane: dal ‘giallo’ dell’Opv (collocamento a metà 2025?) all’imminente trimestrale, i catalyst per il titolo

Poste Italiane: dal ‘giallo’ dell’Opv (collocamento a metà 2025?) all’imminente trimestrale, i catalyst per il titolo

29 Ottobre 2024 14:31

Il mercato non distoglie l’attenzione dal processo di privatizzazione di Poste Italiane che si tinge “sempre più di giallo”, ma guarda anche all’imminente appuntamento con i conti del terzo trimestre.

Le notizie sull’Opv (offerta pubblica di vendita), con il collocamento della seconda tranche che sarebbe dovuto partire lo scorso 21 ottobre (prevista la dismissione di un ulteriore 14% nelle mani del Tesoro) continuano a tenere banco. L’ultima riguarda la Fondazione Cariverona che sarebbe interessata una quota del capitale del gruppo guidato da Matteo Del Fante. Ma circolano anche nuovi rumors sulle tempistiche: per rimettere in moto la macchina del collocamento probabilmente bisognerà ancora attendere, forse addirittura fino alla primavera 2025.

E intanto Poste guarda alla pubblicazione il prossimo dei risultati finanziari al 30 settembre che, a detta degli analisti, dovrebbero essere “solidi in linea con le previsioni”.

Vediamo quali sono le attese del mercato per i conti di Poste del terzo trimestre.

Consensus analisti: ecco le attese per il terzo trimestre

In attesa dei risultati ufficiali, sul sito di Poste Italiane sono state pubblicate come di consueto le previsioni del consensus degli analisti che seguono il titolo. In particolare, nel terzo trimestre le previsioni sono di ricavi trimestrali di gruppo pari a 3,05 miliardi di euro, con un minimo di 2,99 miliardi e un massimo di 3,1 miliardi. Guardando alle singole attività, i ricavi da servizi finanziari sono attesi a 1,338 miliardi, quella da servizi di corrispondenza, pacchi e distribuzione a 913 milioni, e ancora servizi assicurativi e servizi PostePay rispettivamente a     404 e 394 milioni. Sempre secondo il consensus, indica un Ebit adjusted di Poste Italiane a 741 milioni di euro, con un Ebit margin atteso al 24,3%. L’utile dell’esercizio è invece visto a 515 milioni di euro.

Barclays alza asticella tp a 12,2 euro, aspettando i conti

In un report datato 14 ottobre dal titolo “What to watch for in Q3 results“, gli analisti di Barclays hanno rivisto al rialzo il target price su Poste Italiane, portandolo da 11,9 a 12,2 euro e confermando la raccomandazione equal weight.

Gli esperti della banca inglese si attendono che nel terzo trimestre ci siano state “evoluzioni costruttive del business in tutte le divisioni”, in particolare in quello servizi di corrispondenza, pacchi e distribuzione. “Questo – spiegano – sembra nel complesso con la recente revisione della guidance per l’anno in corso”.

Nel dettaglio, Barclays si attende un utile netto di 516 milioni e un Ebit di 737 milioni (+37% a/a) e segnala tre elementi, tra cui un “focus sulla guidance che è stata migliorata lo scorso luglio, con un nuovo target 2014 per l’Ebit a 2,8 miliardi” e “sulle dinamiche dei servizi finanziari”. Su quest’ultimo fronte Barclays indica un NII stabile su base trimestrale nel corso del terzo trimestre, ma mostri un calo nell’ultimo scorcio del 2024. “Sarà fondamentale capire dall’azienda come l’offerta di risparmio postale rispetto all’offerta wealth management/assicurazione per i clienti si evolverà in un contesto di tassi più bassi”, segnalano ancora gli analisti che ricordano che Poste ora offre un dividend yield del 7,5% per l’esercizio 2024.

La seconda tranche di Poste sul mercato nel 2025?

Il collocamento della seconda tranche di Poste Italiane “sta assumendo i contorni di un giallo politico-finanziario“. Rende bene l’idea quanto scrive ieri il “Corriere Economia”, che si è soffermato sul caldo dossier privatizzazioni del governo Meloni. L’operazione Poste rientra, infatti, nel piano di privatizzazioni con cui l’esecutivo punta a far cassa (circa 20 miliardi di euro entro il 2026), per ridurre il debito.

Il quotidiano di via Solferino ricorda che il Tesoro ha sospeso la vendita del 14% delle quote senza spiegazioni ufficiali, suscitando ipotesi sui motivi, tra cui la volontà di evitare coincidenze con la discussione sulla manovra finanziaria e rivedere i dettagli dell’offerta.

Quanto alle tempistiche,  in attesa che il ministero dell’Economia e delle Finanze dia indicazioni ufficiali, sono diverse le indiscrezioni che si rincorrono. C’è chi anticipa che il governo potrebbe lanciare l’offerta entro fine 2024 altri che parlano di ulteriori rinvii, con il collocamento che potrebbe avvenire come ricordano da “Il Giornale” a metà 2025.  Sull’argomento, sempre “Il Giornale”, ricorda che l’intenzione sarebbe quella di creare un nocciolo duro di investitori italiani, con un’ampia partecipazione di risparmiatori retail e la volontà di coinvolgere le Fondazioni bancarie. Tra i nomi circolati, quelli di enti importanti come Cariplo e Cuneo, per i quali un ulteriore slittamento “sarebbe funzionale innanzitutto per permettere ai consigli d’amministrazione delle fondazioni di approvare un impegno più consistente”.

Intanto l’interesse per l’Opv di Poste Italiane resta alto. “Partecipare al collocamento di Poste Italiane? Lo valuteremo attentamente come possibile investimento”, ha dichiarato ieri il presidente della Fondazione Cariverona, Bruno Giordano.