Notizie Notizie Italia Poste Italiane ai massimi da Ipo, dal 21 dicembre nel Ftse Mib. Analisti positivi su prospettive gruppo

Poste Italiane ai massimi da Ipo, dal 21 dicembre nel Ftse Mib. Analisti positivi su prospettive gruppo

2 Dicembre 2015 09:13
Il debutto non esaltante in Borsa di Poste Italiane sembra già un lontano ricordo con il titolo che a 5 settimane dall’esordio veleggia sui massimi dalla quotazione. Oggi Poste si è spinta fino a quota 7,15 euro, in rialzo di oltre 1 punto e mezzo percentuale. Poste trova sponda nei positivi giudizi in arrivo dai principali analisti che oggi hanno potuto avviare la copertura sul titolo che dallo scorso 27 ottobre è quotato a Piazza Affari. Intanto per stasera sono attese le comunicazioni per la revisione degli indici di Piazza Affari con Poste che dal 21 dicembre dovrebbe entrare a far parte del Ftse Mib. 
Oltre +10% dai minimi del 29 ottobre 
Rispetto ai minimi toccati il 29 ottobre (chiusura a 6,41 euro), il titolo oggi è risalito di oltre il 10%. Il prezzo di collocamento di Poste era stato di 6,75 euro con una valorizzazione di poco inferiore ai 9 miliardi di euro. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze che ha allocato il 34,7% del capitale.  
Il 10 novembre Poste ha annunciato i conti al 30 settembre con i primi nove mesi dell’anno che si sono chiusi con un utile netto di 622 milioni di euro, un dato quasi doppio rispetto ai 333 milioni di euro del corrispondente periodo dell’esercizio precedente, mentre il fatturato è salito del 6% a 23,9 miliardi.  
Analisti positivi grazie a forza brand e spazio crescita in servizi finanziari e assicurativi 
Oggi hanno avviato la copertura su Poste le principali banche d’affari con la netta prevalenza di giudizi positivi. Citigroup ha giudizio buy con prezzo obiettivo a 8 euro ponendo l’accento sulla forza del brand e gli spazi per un’ulteriore diversificazione nei servizi finanziari e ristrutturazione nella logistica.  
Rating buy anche da parte di UBS (target price a 8 euro). “Nonostante il suo nome, meno del 5% del margine operativo lordo l’anno scorso è arrivato dal business postale, che sta subendo una ristrutturazione significativa – rimarca la nota di Ubs – Detto questo, la piattaforma (13.000 punti vendita che servono oltre 33 milioni di clienti) è il bene più prezioso dell’azienda, permettendole di distribuzione di prodotti finanziari (depositi, prodotti assicurativi e di risparmio gestito) e guida forte espansione della quota di mercato nelle sue operazioni finanziarie e assicurative”. Secondo la casa d’affari elvetica l’ambiente a bassi tassi di interesse non è positivo per la vendita di prodotti, ma la rotazione strutturale dei risparmi degli italiani dai titoli di Stato (13% del bilancio contro una media europea sotto il 4%) in prodotti più sofisticati (assicurazioni, asset management, etc) dovrebbe andare a vantaggio dei ricavi di Poste dalla distribuzione di prodotti finanziari.
Tra gli altri analisti giudizi positivi anche da parte di Mediobanca (outperform con target price a 8,5 euro), buy anche da parte di Cheuvreux. Più cauta Goldman Sachs che ha rating neutral e tp a 7,8 euro, ma vede comunque significativo potenziale di ristrutturazione nella divisione posta e pacchi che dovrebbe risultare il maggiore motore per la crescita dell’ebit al 2019.