Il Portogallo fa paura: è a Lisbona che si disputa la partita a poker che tiene in pugno le Borse

Adesso è il Portogallo a fare paura. I timori, che Lisbona possa diventare la nuova Grecia, prendono corpo di giorno in giorno sui listini europei. Con una situazione debitoria quasi peggiore di quella che si respira all’ombra del Partenone e un tasso di crescita che negli ultimi dieci anni è stato più lento di quello di Atene, è nel più povero paese dell’Europa dell’Ovest che si sta disputando la nuova partita a poker che tiene in pugno le Borse.
Ieri il premio al rischio sui bond governativi portoghesi è schizzato. Epicentro del terremoto ancora Atene. Mentre il rischio sul debito della Grecia toccava il nuovo record superando anche la soglia dei 700 punti: i credit-default swap (cds) sono balzati di 98,5 punti base al massimo storico 713 punti, in base ai dati Cma Datavision riportati dall’agenzia Bloomberg, i cds e le speculazioni sul pericolo di un contagio degli altri partner europei portavano ai massimi i cds sul Portogallo (318 punti).
Un’onda lunga che si è infranta anche sugli altri Paesi definiti periferici: in Spagna i derivati sono saliti a quota 184 punti, quelli sull’Irlanda a 200 punti e quelli sull’Italia a 139 punti. E oggi il nervosismo continua. Il premio chiesto dagli investitori per acquistare titoli di stato decennali greci al posto dei benchmark tedeschi ha segnato un nuovo peggioramento dopo che stamane sono emersi ancora dubbi circa il fatto che la Germania abbia intenzione di fornire gli aiuti alla Grecia. Lo spread di rendimento tra decennali greci e tedeschi si è allargato stamane fino a 687 punti base, dopo il precedente massimo storico registrato ieri a 680 punti base.
Parallelamente il Credit default swap (Cds) a 5 anni della Grecia ha toccato un nuovo massimo storico a 718 pb da 708 pb della chiusura di New York di ieri, secondo dati Cma Datavision. La crisi greca e le trattative attorno alla concessione degli aiuti ad Atene restano al centro dell’attenzione di un mercato preoccupato dei segnali di contagio della crisi finanziaria verso altri paesi dell’unione monetaria.
La Grecia ha annunciato nuove misure di correzione fiscale una volta terminate le negoziazioni, aggiungendo che alle attuali condizioni di mercato i costi di rifinanziamento sono proibitivi.
Ma non è evidentemente abbastanza per sedare i dubbi degli investitori, e soprattutto della Germania. Alla Grecia potrebbe, infatti, ancora essere negato l’aiuto finanziario se Atene non farà abbastanza per ridurre il deficit di bilancio, secondo l’esperto di bilancio del partito politico tedesco Democratici Liberi (FDP), partito minore all’interno della coalizione di governo tedesca.
Poco importa quindi se stamattina l’indice di fiducia dei consumatori tedeschi ha evidenziato un miglioramento in maggio: l’indice elaborato da Gfk è, infatti, salito oltre le previsioni collocandosi a 3,8 punti dai 3,4, dato rivisto, di aprile. “Il contagio verso gli altri mercati è forse l’elemento da seguire con maggiore interesse in questa vicenda. Ieri si è visto un Portogallo davvero in difficoltà, ma anche tutti gli altri cominciano a essere risucchiati”, commenta un trader da Londra.
“Non possiamo ignorare che la particolare situazione della Grecia abbia dei rischi di contagio, ne siamo consci”, ha ammesso il ministro dell’Economia portoghese, Fernando Teixeira dos Santos. Ma come specificato dal ministro degli Esteri portoghese, Luis Amado, nonostante le preoccupazioni per la pressione dei mercati finanziari, il governo sarà in grado di rispondere
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Eppure gli economisti non dormono sogni tranquilli. Lisbona non è un rebus di facile risoluzione. “La ragione per cui siamo preoccupati sul Portogallo non è perché il suoi ratio di debito del settore pubblico sono eccessivamente elevati, ma piuttosto perché vediamo che l’economia portoghese non è in grado di crescere realmente”, spiega Kenneth Wattret, chief euro region economist di BNP Paribas a Londra.