Portafoglio sostenibile e armi sono compatibili?
I titoli della difesa in un portafoglio sostenibile. E’ l’ultimo paradosso della finanza in tempi di conflitto. Sì perchè, in scia alla decisione di diversi paesi di aumentare la spesa militare, le azioni del comparto della difesa in Europa sono salite tra il 20% e il 120% contro un mercato che nello stesso periodo ha registrato delle perdite. Da qui molti operatori del mercato si stanno interrogando sulle opportunità che il settore degli armamenti e della difesa possono offrire in termini di investimenti.
Ma quanto sono compatibili le armi e la finanza sostenibile?
Un interrogativo particolare, che si pone a rubrica mensile di Kairos EnSiGn Matter. Dopo una chiara tendenza all’esclusione del settore degli armamenti dagli investimenti considerati sostenibili, nell’ultimo periodo si sta affermando la tendenza a riammettere la Difesa all’interno dell’universo investibile sulla base della convinzione che “l’industria della Difesa sia centrale nell’assicurare e difendere la democrazia, la libertà e i diritti umani”. Così Skandinaviska Enskilda Banken AB (SEB), importante banca svedese, ha proposto di riammettere la Difesa all’interno dell’universo investibile (in 6 fondi su un totale di oltre 100) a partire dal 1° aprile 2022, limitandolo alle imprese attive sia sul fronte civile che su quello militare. Restano escluse le armi controverse, così come definite dalle convenzioni internazionali (ad esempio: le bombe a grappolo, le mine antiuomo, le armi chimiche, le armi biologiche) e le armi nucleari. C’è quindi spaccatura tra varie correnti di pensiero, tra cui quella che sostiene che la Difesa sia necessaria per mantenere la pace così da soddisfare i requisiti di “promozione della pace e inclusività sociale”, capisaldi del pensiero ESG. Nel tempo la visione sulle armi è infatti cambiata diventando via via sempre meno stringente. Il 28 febbraio scorso, la Piattaforma sulla Finanza Sostenibile, un gruppo di esperti consulente della Commissione Europea sul tema, ha pubblicato la bozza definitiva sulla Tassonomia Sociale che potrebbe includere anche la difesa. Tuttavia questo compito si prospetta essere lungo e complicato e nei prossimi mesi sapremo se verrà incluso o meno. Intanto, la finanza subirà una spaccatura tra coloro che continueranno a percepire la Difesa come settore da escludere, e coloro che sposeranno il pensiero secondo cui per preservare la pace è necessario preparare la guerra.