Notizie Obbligazioni Pop Bari, Savona (Consob): tra bond subordinati e capitale perso, buco da 750 milioni’

Pop Bari, Savona (Consob): tra bond subordinati e capitale perso, buco da 750 milioni’

9 Gennaio 2020 11:59

Pop Bari: è caccia al colpevole, oggi, nella commissione Finanze della Camera: in audizione il numero uno della Consob Paolo Savona e la vice direttrice di Bankitalia, Alessandra Perrazzelli. I due si presentano nell’audizione dedicata al decreto con cui il governo Conte bis M5S-PD ha deciso di mettere in sicurezza la banca. Decreto che, in apparenza, avrebbe un obiettivo più generico come indicato dal nome del provvedimento (che però è stato cambiato): “Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento”. 

Ricordiamo che, “in base al decreto, verrà disposto un aumento di capitale che consentirà a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB), confermando così la determinazione del Governo nel tutelare i risparmiatori, le famiglie, e le imprese supportate dalla BPB”.

Mediocredito, dunque e di nuovo, come nel caso di Banca Carige, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD), saranno i registi dell’operazione.

In che modo? Attraverso quel decreto, per l’appunto, che stanzia «fino a 900 milioni» per la Banca Popolare di Bari”.

Bankitalia sottolinea in ogni caso l’importanza che all’operazione partecipino altri soggetti privati:

Per il rilancio di Pop Bari, dice la vicedirettrice di Palazzo Koch, è auspicabile che “altri soggetti privati siano coinvolti nell’operazione per contribuire a irrobustirla, in linea con l’obiettivo di rispondere a logiche, criteri, e condizioni di mercato”.

A tal proposito Perrazzelli ricorda che l’operazione è aperta al contributo di “altre banche del territorio, investitori non bancari, partner industriali”. Ancora, viene sottolineata la necessità di agire per il ristoro, nei casi in cui vengano individuati comportamenti scorretti. Bankitalia non fa nulla per nascondere, anche, il bisogno che si proceda presto alla conversione del decreto:

La conversione del decreto sulla Popolare di Bari è “indispensabile ad assicurare una prospettiva di risanamento” della banca.  “Affinché tale prospettiva si realizzi, è ugualmente indispensabile che l’azionista pubblico svolga un ruolo di direzione e impulso attivo, forte e continuo, mirante a orientare solidamente la banca verso prospettive industriali credibili in un’ottica di medio-lungo termine”. Fondamentale procedere anche alla trasformazione dell’istituto in una società per azione in tempi rapidi

Dal canto suo, l’ex ministro degli Affari europei del primo governo Conte M5S-Lega, ora numero uno della Consob, Paolo Savona, fa il punto della situazione della banca, parlando di una cifra di 750 milioni che deve essere affrontata:

Il patrimonio netto della Popolare di Bari “al 30 giugno era pari a 442 milioni di euro” e “si deve presumere che, a seguito delle perdite, questo capitale sia perso“. Riguardo alle “obbligazioni subordinate”, queste hanno un valore di “291 milioni di euro. Le altre sono state già rimborsate. Quindi rimangono circa 750 milioni di euro da affrontare”.

Insomma, un buco da 750 milioni, provocato dalla perdita del capitale residuo e dalla necessità di rimborsare i bond subordinati.

Savona non si ferma qui, e punta il dito contro le grandi case internazionali della revisione che “cercano di sottrarsi alla nostra vigilanza”, facendo notare come il revisore di Pop Bari avesse certificato i bilanci chiusi in pareggio nel 2016 e nel 2017 senza dare alcun avvertimento.

“Con loro – è la critica che muove ai revisori – c’è un braccio di ferro storico, perchè cercano di sottrarsi alla nostra vigilanza ed essendo i tre big internazionali è duro per noi combattere quando questi possono mobilitare risorse e strumenti: ci sono cause già in corso”.

Infine, Paolo Savona auspica un sistema in cui “uno comandi e si assuma la responsabilità”. Il riferimento è alla collaborazione tra la Consob e la Banca d’Italia nell’attività di vigilanza sulle banche. Questa collaborazione, precisa, “funziona bene, c’è l’accordo rafforzato e anche per rapporti personali che io ho con la Banca d’Italia”.

“Come Consob -spiega – abbiamo il dovere di garantire le informazioni e poi la protezione degli investitori in attività finanziarie non nei depositi ma siccome le banche hanno sia depositi che attività finanziarie è necessario che le due Autorità di vigilanza collaborino strettamente, ma alla fine ci deve essere uno che comanda e si assume le responsabilità”.

Il numero uno della Consob lancia anche un appello a governo e parlamento affinché avviino, nel caso di Pop Bari, un processo di trasparenza che sia imperniato su algoritmi e su una contabilità criptata e decentrata