Pirelli oltre prezzo Opa, possibile un rilancio per convincere i soci di minoranza

L’Opa a 15 euro potrebbe non bastare agli azionisti di minoranza di Pirelli. All’indomani della conferma dell’intesa con i cinesi di China National Chemical (ChemChina), il mercato continua a sostenere il titolo Pirelli (+0,32% a 15,55 euro) che si mantiene ampiamente sopra il livello dell’Opa a 15 euro anche includendo l’eventuale dividendo 2014 che dovrebbe essere di 0,35-0,40 euro per azione. 

Sulla stampa oggi si parla della possibilità che si materializzi una contro-offerta oppure ChemChina valuti la possibilità di rivedere al rialzo il prezzo dell’Opa per convincere gli azionisti di minoranza ad aderire rendendo possibile quindi il delisting che scatta solo al raggiungimento del controllo del 95% dell’intero capitale. 

“Gli investitori scontano la possibilità che il prezzo di Opa possa essere innalzato per permettere il delisting a Piazza Affari – rimarca Vincenzo Longo, market strategist di IG – . I soci di minoranza potrebbero avere tutto l’interesse nel bloccare l’operazione senza un giusto premio, viste le potenzialità di sviluppo del business con l’espansione sul mercato cinese”.

Famiglia Malacalza la più restia ad aderire
Da valutare quindi le intenzioni dei soci di minoranza che potrebbero decidere di non aderire all’offerta. In particolare la famiglia Malacalza che detiene circa il 7% e si è mostrata fredda alla possibilità di aderire subito all’Opa. Tra gli altri soci di rilievo spiccano poi Mediobanca che detiene quasi il 4% e la famiglia Benetton con un ulteriore 4,6%. SE piazzetta Cuccia dovrebbe comunque aderire, ci sono dubbi sulla posizione che prenderanno i Benetton così come soci istituzionali quali Harbor International Fund. 

Marco Tronchetti Provera, attuale presidente e ad di Pirelli, ha rimarcato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera che “chi crede nel progetto ci seguirà in questo nuovo tratto di viaggio di Pirelli. Al momento tutti hanno deciso di proseguire”.