Pil Usa rivisto al ribasso, VIX fa flash-crash e Larry Summers avverte: prossima recessione durerà più dell’ultima
Negli ultimi tre mesi del 2017 l’economia Usa è cresciuta meno di quanto inizialmente comunicato. Il dato sul Pil degli Stati Uniti è stato infatti rivisto al ribasso a +2,5%, dal +2,6% reso noto con la prima lettura dell’indicatore, in rallentamento rispetto al +3,2% del terzo trimestre.
Dal report diffuso dal dipartimento del Commercio, si legge che la revisione al ribasso riflette “un indebolimento degli investimenti privati nelle scorte“. Le spese per consumi si sono confermate invece solide al 3,8%.
Dopo le perdite sofferte alla vigilia e scatenate dal fattore Powell, a Wall Streetc’è voglia di ripresa, mentre i tassi sui Treasuries fanno dietrofront, scendendo sotto la soglia del 2,90% superata alla vigilia.
Tra le reazioni più forti si mette in evidenza tuttavia soprattutto il VIX, l’indice che monitora la volatilità e noto in gergo anche come indice della paura, che reagisce con un flash crash, capitolando da un valore superiore a 18 punti a 15,65 punti.
Il flash crash dura (per sua natura) poco: il VIX torna infatti a salire.
In ogni caso, il Pil Usa sembra riportare i più ottimisti sull’economia Usa, con i piedi per terra. D’altronde, le view di alcuni esperti del mondo della finanza sono tutto fuorché confortanti.
Guardando al futuro, l’ex segretario al Tesoro Usa Larry Summers ha detto inoltre nel corso di una conferenza che si è svolta ad Abu Dhabi che la prossima recessione degli Stati Uniti potrebbe protrarsi per un arco temporale più lungo rispetto all’ultima, che è andata avanti per 18 mesi.
Il motivo è che, quando la recessione arriverà, “avremo già esaurito i cannoni della politica fiscale e monetaria”.
Summers ha poi riferito alla televisione di Bloomberg che il neo presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, dovrà riuscire a garantire “quell’equilibrio difficile tra il legittimo desiderio di stimolare l’economia e di ottenere quanta più crescita e occupazione possibile, e assicurarsi che l’inflazione torni al 2% (target della Fed).
Così intanto, intervistato da Marketwatch, James Meyer, responsabile investimenti presso Tower Bridge Advisors, commenta il dato relativo al Pil Usa:
“Il Pil non dovrebbe essere oggi un forte market mover in nessun senso. E’ un dato che conferma che siamo in un’economia caratterizzata da buona crescita e da un’inflazione limitata. Tuttavia, le valutazioni sono elevate per tutti gli asset finanziari, e il trucco per la Fed sarà normalizzare i tassi in modo abbastanza lento da non scontrarsi nel percorso con gli ostacoli”.
Intanto, l’FT fa notare che il ritmo di crescita del Pil Usa al tasso del 2,5% è inferiore all’obiettivo di Donald Trump di portare l’espansione a +3%.