Pil Italia: per Maurizio Mazziero +3,6% nel 2022. Debito pubblico verso nuovo record a €2.763 Mld
Migliorano le prospettive sul Pil italiano per il 2022. Questo è ciò che emerge dall’ultimo rapporto della Maurizio Mazziero Research che vede un Pil italiano per il 2022 al +3,6%, in miglioramento rispetto alla precedente stima del +2,7%. La stima preliminare del PIL per il 2° trimestre fatta dall’Istat a +1,0% si è rivelata ampiamente al di sopra delle attese, infatti, le stime di Maurizio Mazziero indicavano un valore leggermente negativo al -0,1%. Le precedenti previsioni risentivano, infatti, del clima internazionale di rallentamento economico e delle criticità sui beni energetici legate al conflitto russo-ucraino. Uno scenario che ha certamente colpito in ambito europeo con un 2° trimestre piatto per la Germania e a +0,5% per la Francia, la metà dell’Italia.
Per altri versi, più legati alla politica restrittiva della Fed, anche gli Stati Uniti hanno segnato per il 2° trimestre consecutivo una crescita negativa e quindi si troverebbero già in recessione tecnica.
Il dato italiano, anche se potrà essere leggermente rivisto in seconda lettura da Istat, come osserva Mazziero, ha un che di sorprendente in quanto dipinge un’economia che, pur con tutte le criticità tipiche del nostro Paese, resta resiliente, in parte anche grazie ai provvedimenti di sostegno a imprese e famiglie sinora approntati.
Come detto prima Mazziero stima ora una crescita del Pil italiano 2022 del +3,6% e questa stima sarebbe il risultato di un +0,3% nel 3° trimestre e una crescita piatta nel 4°, valori che cautelativamente non sono stati modificati rispetto alle precedenti previsioni. “Possiamo già oggi considerare che, salvo forti peggioramenti del clima economico nazionale, quest’anno la crescita dovrebbe essere compresa tra il 3 e il 4%, con possibilità che si porti nella parte alta di questa forchetta”, commenta Maurizio Mazziero.
Stime debito pubblico
Per il mese di giugno le stime di Mazziero indicano un ulteriore lieve aumento del debito pubblico con revisione al rialzo del record storico. In particolare, le nuove previsioni vedono un debito a 2.763 miliardi, in crescita dai precedenti 2.756 miliardi. Tuttavia, come osserva Mazziero questo “incremento della stima del debito rientra all’interno della forchetta di confidenza e quindi si può considerare come una sostanziale stabilità del debito”.
Il grafico presenta con una linea rossa i dati ufficiali pubblicati da Banca d’Italia, e prosegue in grigio con i valori stimati dalla Mazziero Research.
Un occhio allo Spread
Dopo essere salito a 250 punti base, vicino ai livelli toccati nella fase iniziale della pandemia, lo spread BTP-Bund sta gradualmente scendendo.
Ricordiamo che lo spread BTP-Bund esprime una misura di rischio dell’economia italiana rispetto alle emissioni di titoli governativi tedeschi, considerati risk-free. Non necessariamente esprime una misura della spesa per interessi che è determinata dai rendimenti medi dei titoli di Stato circolanti.
Le ragioni del calo dello spread possono al momento essere così riassunte:
1) Il Governo Draghi resta in pieni poteri sino all’insediamento del nuovo Governo che scaturirà dalle prossime elezioni del 25 settembre.
2) Lo scudo anti-spread (TPI Transmission Protection Instrument) potrà rappresentare un paracadute solo a fronte di una serie di condizionalità fra cui l’assenza di squilibri macroeconomici e la sostenibilità delle misure fiscali anche in relazione all’applicazione del PNRR.
Di conseguenza, al momento gli operatori di mercato sembrano propendere per una sostanziale continuazione degli impegni presi dal Governo Draghi a livello internazionale.
Spesa per interessi
La spesa per interessi si sta mostrando meno pesante delle previsioni, dato che per il momento l’aumento medio dei rendimenti non ha ancora superato la media delle cedole dei titoli che vanno in scadenza. Se tale aspetto appare molto positivo nella fase attuale, presenterà notevoli criticità in futuro anche a causa di possibili sottostime.
A giugno 2022 la spesa lorda per interessi si è attestata a 30,1 miliardi di euro e le stime di Mazziero Research vedono una spesa lorda a fine 2022 pari a 60,1 miliardi.
Rating Italia
Con una decisione non programmata S&P ha rivisto il rating italiano mantenendo il merito di credito a BBB, ma portando l’outlook da positivo a stabile.
Alla base di questa decisione le incertezze sul percorso di riforme a causa della caduta del Governo Draghi.
Nella nota si esprimono diversi timori sulle prospettive italiane, tra cui i rischi di deriva delle finanze pubbliche e il mancato raggiungimento degli obiettivi del PNRR.
Come sottolinea Maurizio Mazziero, i rating potrebbero essere sotto pressione se l’economia italiana dovesse cadere in una recessione prolungata, portando a un peggioramento dei risultati fiscali. Uno shock inflazionistico prolungato, insieme alla debole crescita, rappresenterebbe anche un rischio per le finanze pubbliche italiane e, di conseguenza, per i rating.
“S&P apre quindi le danze sul rating italiano e non c’è dubbio che ora verrà seguita anche dalle altre agenzie di valutazione, in particolar modo Moody’s e Fitch che tuttavia già presentano un outlook stabile, ma che potrebbero modificare in negativo a seconda del procedere della campagna elettorale”.
Di seguito il calendario degli appuntamenti aggiornato: