Pil: Confcommercio vede brusco stop a -4,7% a marzo e 1° trim. 2021 a -1,5% t/t
L’economia italiana si trova a rivivere oggi una situazione di menomazione produttiva simile per molti aspetti a quella di marzo e aprile dello scorso anno. Lo afferma oggi il report Congiuntura di marzo dell'Ufficio Studi Confcommercio. "I vincoli alla mobilità, le chiusure degli esercizi commerciali e dei luoghi di scambio sociale, seppure relativamente meno stringenti e più articolate sul territorio rispetto a quelle di un anno fa, sortiranno effetti molto problematici in quanto si innestano in un sistema economico già fortemente compromesso", asserisce Confcommercio che vede in discussione anche una previsione di crescita del PIL attorno al 4% per l’anno in corso. La ripresa dovrebbe registrare, in seguito alle nuove limitazioni, un brusco stop nel mese di marzo per il quale si stima una riduzione del PIL del 4,7% in termini congiunturali. Nel complesso del primo trimestre la variazione dovrebbe attestarsi al -1,5% rispetto all’ultimo quarto del 2020 e al -2,6% rispetto ai primi tre mesi dello scorso anno.
L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a febbraio un andamento negativo su base annua con una flessione del 12,2% che segue la contrazione del 17,5% di gennaio. Questa dinamica sottintende, specifica Confcommercio, un modesto rimbalzo congiunturale, a sottolineare come le famiglie, nel momento in cui ne hanno la possibilità, sarebbero ancora disponibili a tradurre in consumo una parte del risparmio involontario accumulato. Il che costituisce un indizio delle potenzialità di crescita presenti nell’economia, oggi compresse dalla pandemia.
L’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a febbraio un andamento negativo su base annua con una flessione del 12,2% che segue la contrazione del 17,5% di gennaio. Questa dinamica sottintende, specifica Confcommercio, un modesto rimbalzo congiunturale, a sottolineare come le famiglie, nel momento in cui ne hanno la possibilità, sarebbero ancora disponibili a tradurre in consumo una parte del risparmio involontario accumulato. Il che costituisce un indizio delle potenzialità di crescita presenti nell’economia, oggi compresse dalla pandemia.