Piazza Affari prova a rialzare la testa. I temi e i titoli da seguire oggi
La prima seduta del mese di novembre è all’insegna dell’incertezza e della volatilità per Piazza Affari, che si muove sopra e sotto la parità, insieme alle altre Borse europee. Gli investitori sono incerti guardando da una parte al possibile lockdown anche in Italia dopo che Francia, Germania e Regno Unito hanno annunciato lo stop nazionale per cercare di limitare i contagi da coronavirus, mentre sale l’attesa per le elezioni presidenziali americane di domani. Dall’altra, arriva un sostegno dalla Cina, dove l’indice Pmi manifatturiero stilato da Caixin Markit si è attestato a ottobre a 53,6 punti, meglio delle attese e al record dal gennaio del 2011. Anche l’indice Pmi manifatturiero dell’Italia ha segnato un miglioramento maggiore dlele attese a ottobre, al tasso più veloce da marzo 2018 (Leggi QUI).
Ftse Mib: i livelli da monitorare, cosa aspettarsi negli ultimi due mesi?
Dopo un avvio piatto l’indice Ftse Mib imbocca la via dei ribassi e poi quella dei rialzi, segnando a circa un’ora dalla partenza un +0,5% poco sopra la soglia psicologica dei 18.000 punti. L’indice guida della Borsa di Milano è reduce da una settimana difficile, in cui ha lasciato sul parterre il 6,96%. Ora i prossimi target da monitorare al ribasso sono posizionati a 17.500 e 17.000 punti. Mentre al rialzo, l’indice dovrà tornare sopra i 18.481 per avere un primo segnale di recupero con target 19.200 e 19.818 punti, area di prezzo dove passa anche la media mobile 200 periodi.
Una fotografia dei primi dieci mesi dell’anno, vede i prezzi sotto i valori di apertura del 2019. Ciò vuol dire che nelle prime 214 sedute del 2020 il Ftse Mib ha bruciato il cospicuo rialzo realizzato l’anno scorso (+28,28%). Si è assistito a ribassi feroci con sei blue chips che hanno perso oltre metà del proprio valore: Bper Banca (-66,49%), Saipem (-65,39%), Leonardo (-60,88%), Tenaris (-59,48%), Eni (-56,59%), Unicredit (-50,84%). I cinque titoli migliori sono invece: Diasorin (+63,34%), Amplifon (+21,72%), Recordati (+18,42%), Interpump Group (+14,73%) e Inwit (+12,91%).
Cosa ci aspetterà negli ultimi due mesi del 2020? “Nel brevissimo termine l’andamento dei prezzi saràcondizionato dall’esito delle presidenziali Usa in programma martedì – risponde Pietro Di Lorenzo, fondatore di SosTrader.it – Nel medio periodo, invece, tutto dipenderà dall’evoluzione della pandemia. E’ fondamentale capire se la stagione natalizia è compromessa o ci sono margini per salvarla almeno parzialmente”.
Chi sale e chi scende
Tra i singoli titoli del paniere principale di Piazza Affari, Nexi che era spronfodata in avvio di quasi il 5%, riduce le perdite a un -1,1% dopo aver annunciato di aver avviato con Nets un periodo di esclusiva delle negoziazioni per raggiungere, nei prossimi 10 giorni, un possibile accordo per un’operazione di fusione tra i due gruppi attivi nel settore dei pagamenti digitali in Europa. La peggiore tra le blue chip ora è Italgas che cede l’1,9%.
Sul fronte opposto, bene Stmicroelectronics e Buzzi Unicem che avanzano rispettivamente dell’1,5% e il 2%. In positivo anche Banca Mediolanum con un +1,9%. Acquisti anche su Azimut (+0,62%) che ha annunciato l’acquisto della quota del 55% in Sanctuary Wealth.
I titoli da monitorare secondo l’esperto
Ecco invece le storie da seguire, secondo le analisi di SosTrader.it. Innanzitutto, Exor, che potrebbe rimbalzare dai livelli su supporto in area 43,5 euro. Su Saipem, invece, attenzione a una chiusura confermata sopra 1,5 euro, perché fornirà un interessante segnale di inversione. Bper ha lasciato sul terreno il 15,5% nelle ultime cinque sedute, riportandosi a contatto con il supporto psicologico a 1 euro e, secondo Pietro Di Lorenzo, l’interruzione della serie di cinque massimi giornalieri decrescenti consecutivi, potrebbe innescare un repentino rimbalzo. Secondo l’esperto, anche Leonardo mostra timidi segnali di reazione a contatto con il supporto psicologico dei 4 euro. Il problema è che le posizioni ribassiste dalle “mani forti” si riportano sui massimi degli ultimi 7 anni con il 4,94% del capitale venduto allo scoperto. “Attendiamo – affermano da SosTrader.it – le ricoperture degli investitori istituzionali, per pianificare un ingresso”. Prevista grande volatilità su Ferrari, in attesa della pubblicazione dei risultati. Lo spartiacque decisivo fra positività e negatività è rappresentato dai 150 euro.