Notizie Notizie Italia A Piazza Affari torna la voglia di Ipo

A Piazza Affari torna la voglia di Ipo

9 Febbraio 2007 07:52

Il 2006 ha visto la “fuga” all’ultimo momento di molte società che avevano annunciato lo sbarco a Piazza Affari e che poi, per qualche motivo (in primis l’andamento incerto dei mercati finanziari) hanno cambiato idea. Si pensi, ad esempio, ai casi eclatanti di Value Partners e Pirelli Tyre.


Ipo.it mette in evidenza che, nonostante la generale diaspora a ridosso della primavera-estate del 2006, i coraggiosi che l’anno scorso hanno fatto il grande passo verso la Borsa milanese hanno guadagnato quasi il 18%, nonostante gli andamenti negativi di Saras e Eems. Secondo quanto calcolato da Ipo.it nell’Ipo World Report 2006, le 21 Initial pubblic offering (Ipo) italiane del 2006 avrebbero reso, se sottoscritte da un investitore tutte in Ipo sino alla fine dell’anno scorso il 17,6%, di cui una importante fetta (il 9,7%) è rappresentata dalla performance nel primo giorno. Da ricordare che l’indice di mercato S&P/Mib nel 2006 dal primo gennaio al 31 dicembre ha reso il 16%, mentre il Mibtel ha portato a casa un +18,8%.


Le banche collocatrici hanno totalizzato oltre 136 milioni di commissioni nel corso del 2006 per i collocamenti delle matricole nostrane, con una commissione media ponderata per le dimensioni del collocamento del 2,86% (media semplice del 3,5%) sui 4,8 miliardi di euro raccolti in 21 Ipo. Nel 2006 si conferma banca leader per numero di operazioni Mediobanca, la principale banca di affari made in Italy. L’istituto di Piazzetta Cuccia è infatti stato global coordinator in otto collocamenti su 21. Il collocamento della Saras di Moratti è invece valso il primo posto per ammontare collocato a Jp Morgan, che ha portato in Borsa anche Elica.


Sempre stando allo studio messo a punto da Ipo.it, le quotazioni in Borsa di nuove società hanno reso ai fondi di private equity in media il 43% su base annua dalla data dell’investimento iniziale. I fondi di private equity hanno venduto azioni per 834 milioni di euro. La durata media dell’investimento è stata pari a poco più di quattro anni.  Le Ipo più redditizie per i fondi sono state Cobra Automotive Technologies e Marazzi Group.


E ora a Piazza Affari si attende con trepidazione lo sbarco, previsto proprio per l’inizio di quest’anno, di Biancamano, di Conafi Prestitò, di Enia, di Omnia Network, di Servizi Italia e di Toscana Finanza. In primavera è previsto che approdi nella city milanese la matricola Aicon, mentre Eurizon, dopo che ci aveva già provato nel 2006, nel 2007 dovrebbe riprovarci. Magari sarà più fortunata.