Piazza Affari: Tenaris e Campari Cenerentole del Ftse Mib nel giorno dei conti
Tenaris e Campari si contendono la maglia di peggiori titoli del Ftse Mib nel giorno in cui hanno pubblicato i risultati finanziari, per entrambe in decisa crescita. Sin dai primi istanti di contrattazioni, tra le big del listino milanese, si è messa in evidenza Tenaris che continua a registrare forti cali (-5,62%). E questo nonostante sia tornata in utile: l’utile netto del secondo trimestre è decisamente migliorato, attestandosi a 73 milioni rispetto alla perdita di 9 milioni registrata nell’analogo periodo nel 2016. La società italiana che produce tubi in acciaio ha visto le vendite nette salire del 18% a 1,243 miliardi di dollari. E le indicazioni sono anche superiori alle attese degli analisti che pronosticavano un utile di 43,7 milioni con ricavi per 1,21 miliardi. A far storcere il naso al mercato potrebbero essere le indicazioni sulle prospettive della società. Tenaris si attende infatti un rallentamento delle vendite nel terzo trimestre in Medio Oriente ed Europa. “Le condizioni dei prezzi continueranno a migliorare gradualmente ma il recente aumento dei costi delle materie prime impatterà sui margini”, si legge nel comunicato odierno di Tenaris nella parte dedicata all’attuale scenario di mercato e all’outlook, aggiungendo che l’Ebitda dovrebbe migliorare, in particolar modo nell’ultimo trimestre del 2017.
Sui risultati di Tenaris si sono soffermati gli esperti di Credit Suisse, che hanno confermato la raccomandazione “underperform” e un target price di 13 euro sull’azione. “La questione rimane sulla ripresa degli utili e se questa mostrerà un’accelerazione così decisiva da rendere la società interessante nei prossimi due anni”, scrivono gli analisti della banca svizzera.
Stesso copione (o quasi) per Campari a Piazza Affari che ha registrato una semestrale positiva, ma vede il titolo lasciare sul terreno quasi 5 punti percentuali. Una fonte di preoccupazione, osservando la storia Campari e i suoi risultati, potrebbe risiedere secondo gli analisti nel rafforzamento dell’euro. Per il big italiano delle bevande il primo semestre 2017 si è chiuso con un utile netto di gruppo in crescita del 61,7% a 108,6 milioni di euro, mentre l’utile netto rettificato (al netto di rettifiche operative e finanziarie e di effetti e benefici fiscali) si è attestato a 93,5 milioni, mostrando una crescita del 21,1% rispetto a un anno prima. L’Ebitda rettificato è aumentato delll’11,5% a 191,7 milioni, mentre l’Ebit rettificato è stato 163,4 milioni, in aumento del +11,6% (+2,9% variazione organica). Nel primo semestre del 2017, le vendite nette del gruppo sono state pari a 844,7 milioni, registrando un incremento del +13,5 per cento. Dati in crescita, ma inferiori alle aspettative del mercato che pronosticava vendite pari a 851,7 milioni e un Ebit rettificato di 170 milioni.