Piazza Affari scavalcata da Borse emergenti: -51% rispetto al 2005, nel lungo periodo bene le mid cap

Piazza Affari maglia nera tra le Borse mondiali sia nel breve che nel medio-lungo periodo. E’ quanto emerge chiaramente dai dati presenti nel rapporto “indici e dati” redatto da Mediobanca e che esamina le principali Borse mondiali. Da fine 2005 a oggi Piazza Affari ha visto più che dimezzarsi la propria valorizzazione con ua performance di -51,7%, mestamente in coda alla graduatoria delle principali Borse mondiali insieme a quella di Atene (-84%).
Debacle che ha fatto perdere ulteriormente posizioni nella classifica delle maggiori Borse mondiali. A fine 2005 Piazza Affari era al 13° posto al mondo con 676 miliardi di capitalizzazione, mentre quest’anno è scivolata al 20° posto con 434 miliardi di euro superata da diversi rappresentanti dei paesi emergenti quali Bombay (10° posto), Johannesburg (15° posto), Brasile (17° posto) e Russia (19° posto).
L’incidenza della Borsa italiana sul totale, che già nel 2005 era solo pari al 2%, scende ulteriormente nel 2016 allo 0,8%, minimo mai osservato.
Meglio le mid cap
Allargando lo sguardo agli ultimi 20 anni, le maggiori soddisfazioni arrivano dall’investimento nelle med cap che hanno garantito un rendimento medio annuo dell’8,5% con siderando capital gain e dividendi, battendo le azioni risparmio (+8,4% annuo). Le blue chip si sono fermate a +4,4%, mentre magre soddisfazioni dalle small cap (+1,9% annuo).
Nell’ultimo decennio rendimento medio annuo di -6,5%
Per chi fosse rimasto investito su Piazza Affari nell’ultimo decennio (dati aggiornati all’11 ottobre 2016) il rendimento annuo del listino milanese risulta negativo del 6,5%. Impietoso il confronto con le altre Borse, in particolare realtà emergenti quali la borsa indonesiana (+13%), la Borsa di Shanghai (+12%) che sono quelle che hanno dato maggiori soddisfazioni.
Molto bene tra i grandi listini, il Nasdaq che segna un +9% medio annuo (+153,8% complessivo).
Il peso della Borsa Italiana sul Pil ad agosto 2016 risulta pari a solo il 26% del PIL, distante dai livelli del decennio 1998-2007, che presentavano una media del 48% e un massimo del 2000 quando si toccò il 70%.