Piazza Affari prende fiato, banche ancora in spolvero con Mps in pole
Scatta qualche presa di beneficio su Piazza Affari dopo il rally dell’ultima settimana dettato dallo schiarirsi dello scenario politico. la giornata di oggi si preannuncia scarna di appuntamenti macro con gli ordini all’industria tedeschi in agenda alle 12.00, mentre nel pomeriggio da oltreoceano attesa per i discorsi di alcuni esponenti della Fed (Sandra Pianalto della Fed di Cleveland e Charles I. Plosser della Fed di Philadelphia). Focus soprattutto sui possibili riferimenti agli effetti sull’economia Usa di un prolungarsi dello shutdown e possibili risvolti sull’avvio del tapering.
Il Ftse Mib, reduce dai nuovi massimi dall’agosto 2011 toccati alla vigilia, questa mattina in avvio si è spinto oltre quota 18.500 punti sospinto dai bancari per poi rallentare. Dopo la prima ora di contrattazioni l’indice guida di Piazza Affari viaggia sulla parità a quota 18.427 punti. Giù il Ftse mid cap (-0,20%). Spread Btp/Bund fermo in area 250 punti base.
Mps in volata, Unicredit a fari spenti
A fare la voce grossa questa mattina è Mps che sale del 3,73%, miglior titolo del Ftse Mib. Ieri il cda di Rocca Salimbeni ha approvato il piano di ristrutturazione imposta dalla Commissione Ue con una ricapitalizzazione di ben 2,5 mld di euro volta a rimborsare già il prossimo anno 3 mld dei bond del tesoro con rimborso integrale entro il 2017. Il piano comprende anche tagli dei costi amministrativi per 440 mln che si sommano ai 565 mln del precedente piano. Entro fine piano (2017) gli esuberi previsti sono 8mila. Il portafoglio Btp è visto scendere di circa 6 miliardi (attualmente sono 23,4 mld).
A fare la voce grossa questa mattina è Mps che sale del 3,73%, miglior titolo del Ftse Mib. Ieri il cda di Rocca Salimbeni ha approvato il piano di ristrutturazione imposta dalla Commissione Ue con una ricapitalizzazione di ben 2,5 mld di euro volta a rimborsare già il prossimo anno 3 mld dei bond del tesoro con rimborso integrale entro il 2017. Il piano comprende anche tagli dei costi amministrativi per 440 mln che si sommano ai 565 mln del precedente piano. Entro fine piano (2017) gli esuberi previsti sono 8mila. Il portafoglio Btp è visto scendere di circa 6 miliardi (attualmente sono 23,4 mld).
In prima fila anche Bper (+2,34%), Ubi Banca (+0,78%) e Bpm (+0,57%). Senza verve Unicredit (-0,23%) nonostante la conferma del rating buy da parte di Equita che ha alzato il prezzo obietti da 5,5 a 6,3 euro. la sim milanese ritiene che il gruppo di piazza Cordusio presenti ancora un significativo potenziale di ristrutturazione e quoti decisamente a sconto rispetto a Intesa Sanpaolo (il 355 circa rispetto alla media storica), un gap non giustificato visto che i profili dei due istituti a livello di funding, asset e qualità sono divenuti molto simili.
Non hanno più stoffa da buy invece le azioni ordinarie Intesa Sanpaolo. La stabilizzazione dello scenario politico e macro per l’Italia ha portato Equita a rivedere le valutazioni al 2015 di Intesa con rating sceso da buy a hold poiché il miglioramento dello scenario economico appare già largamente incorporato. Il rating passa quindi da buy a hold con prezzo obiettivo a 1,90 euro (dal precedente 1,75) che implica un potenziale upside di solo il 12%. Raccomandazione buy confermata invece sulle azioni risparmio che offrono il valore opzionale di una possibile conversione.