Notizie Indici e quotazioni Piazza Affari positiva dopo il salvataggio di Cipro, spread scende sotto 310 punti base

Piazza Affari positiva dopo il salvataggio di Cipro, spread scende sotto 310 punti base

25 Marzo 2013 08:39

Il salvataggio di Cipro mette di buon umore Piazza Affari e lo spread scende sotto quota 310 punti base. Nella notte è arrivato il via libera da parte della Troika al piano di aiuti da 10 miliardi di euro, che ha scongiurato l’uscita dell’isola dalla zona euro. In cambio degli aiuti, Nicosia ridurrà drasticamente il suo settore bancario chiudendo Laiki Bank, la seconda banca del Paese. L’istituto verrà liquidato attraverso un processo controllato e i suoi asset saranno scissi in good e bad bank.
 
Una settimana dopo un primo tentativo di salvataggio, che prevedeva il prelievo forzoso sui conti correnti, l’Eurogruppo e il Fondo monetario hanno rivisto le condizioni escludendo una tassazione sui depositi sotto i 100 mila euro per i quali scatterà la garanzia europea. Sui conti oltre i 100 mila euro verranno bloccati i prelievi diretti e dovrebbero subire perdite che verranno decise in un secondo momento, durante il processo di liquidazione.

L’accordo ha trascinato al rialzo le piazze finanziarie asiatiche, con Tokyo che ha mostrato un progresso di oltre 1,5 punti percentuali. A Piazza Affari l’indice Ftse Mib guadagna oltre lo 0,5% a 16.130 e la discesa dello spread favorisce i titoli del comparto bancario: Popolare di Milano guadagna lo 0,90% a 0,504 euro, Intesa SanPaolo l’1,20% a 1,237 euro, Unicredit l’1% a 3,62 euro, Banco Popolare lo 0,60% a 1,081 euro. In controtendenza Ubi Banca (-1,30% a 3,026 euro) in scia al downgrade di Mediobanca che ha tagliato il giudizio sull’istituto lombardo a neutral.

In Italia i riflettori sono ancora puntati al mondo politico. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, venerdì sera ha dato un incarico esplorativo a Pier Luigi Bersani. Ora il leader del centrosinistra dovrà riuscire nel difficile compito di formare un nuovo governo, compito arduo vista la frammentazione al Senato uscita dalle ultime elezioni.