Notizie Indici e quotazioni FTSE Mib, marcia rialzista senza sosta: luci ed ombre sul listino ed un outlook contrarian su banche

FTSE Mib, marcia rialzista senza sosta: luci ed ombre sul listino ed un outlook contrarian su banche

3 Ottobre 2017 10:46

Piazza Affari prosegue inarrestabile la marcia rialzista oltre nuovi record relativi, spinta dall’ottimismo imperante sul mercato e sull’economia domestica. Evidenze corroborate ieri da S&P Global Ratings che ha messo nero su bianco i progressi fatti da Belpaese alzando le stime sulla crescita economica per l’anno in corso all’1,4% dall’1,2% precedente.

 

Giunti ormai nell’ultima frazione dell’anno per gli analisti è tempo di fare i primi bilanci su come è stato fino ad ora il 2017. Con settembre la volatilità sembra esser andata in letargo e di questo ne hanno approfittato i maggiori listini europei ma in particolar modo il FTSE Mib, unico listino che da inizio anno è riuscito a tenere il passo spedito seguito da Wall Street.

 

Le luci…

Settembre per la Borsa milanese è stato il miglior mese degli ultimi sei (+4,74%) e verrà ricordato come uno dei meno volatili della storia: nelle 21 sedute solo in un caso c’è stata una variazione giornaliera superiore all’1% (quella della candela rialzista dell’11 settembre con un + 1,64%). Per il resto è stato un lento movimento ascendente che ha portato il mercato su livelli che non vedeva da dicembre 2015 con una performance nei primi 9 mesi 2017 del 18%. Così Elisabetta Rossi, head of equity di UBI Pramerica Sgr:

“Si tratta di importanti segnali che, se confermati nel prossimo futuro, dovrebbero supportare gli utili aziendali e di conseguenza una buona performance del mercato azionario; quest’ultimo è infatti ancora distante dai livelli pre-crisi e presenta valutazioni attraenti quantomeno in termini relativi, a sconto sia rispetto alla mediana storica che al mercato di eurozona: tratta infatti a 13X 12 mesi forward p/e rispetto ad una mediana a 10 anni di 11X e al multiplo di Eurozona di 14X”

 

 

…e le ombre

Il campo, però, non è sgombro dalle perplessità.  Ora c’è chi inizia a temere però un contraccolpo del mercato, scaturito da un lato da fisiologici alleggerimenti finalizzati a prese di profitto, e dall’altro da fattori di rischio che potrebbero indurre alla cautela.

Nonostante le condizioni complessive permangano al momento favorevoli all’investimento in azioni dato il basso livello dei tassi di interesse e un contesto macro di supporto, “ci sono comunque fattori che inducono alla cautela – ha aggiunto Elisabetta Rossi, head of equity di UBI Pramerica Sgr – le incertezze di politica monetaria, con la BCE attesa annunciare una decisione sul futuro tapering in ottobre; un quadro politico italiano confuso (potremmo assistere a breve al ritorno di focus sulle future elezioni); un contesto geopolitico non straordinario e possibili tagli futuri delle stime di crescita per effetto dell’impatto negativo connesso al rafforzamento di euro contro dollaro”.

 

Controcorrente sulle banche

Fino ad ora a trainare l’indice è stato in particolar modo (ma non solo, ndr) il settore bancario con UBI Banca in testa (guadagno da inizio anno che sfiora l’80 per cento).

 

“I settori per i quali le valutazioni sono più attraenti al momento sono quelli più legati al trend di recupero dell’economia domestica, come le banche (che hanno anche un peso molto rilevante per l’indice di mercato)”, ha chiosato Rossi.

 

Tuttavia, ci ricorda il capo del settore equity di UBI Pramerica, “manteniamo ancora un certo scetticismo sulla redditività prospettica del settore, impattata negativamente da tassi di interesse molto bassi e destinati di fatto rimanere tali a lungo, dall’elevato stock di crediti deteriorati e da un quadro regolamentare ancora incerto”.

 

A conti fatti dunque le nubi non sono del tutto scomparse dalla Penisola. Come ci ha ricordato Fitch Ratings nel report diffuso ieri, difatti, “il Paese rimane vulnerabile all’instabilità politica e, fra l’altro, se il budget non venisse approvato entro la fine del 2017, ci sarebbe anche il rischio di un possibile aumento dell’Iva, che potrebbe deprimere la domanda dei consumatori nel 2018″.