Notizie Notizie Italia Piazza Affari KO, -11% per i bancari. Crollo globale con paura recessione

Piazza Affari KO, -11% per i bancari. Crollo globale con paura recessione

4 Aprile 2025 12:33

Una settimana a dir poco difficile sui mercati finanziari che si avvia alla conclusione con un vero e proprio sell-off. Dopo lo scivolone di Wall Street, l’effetto contagio si estende alle Borse europee con il tracollo di Piazza Affari, peggior indice in Europa, tirato giù dal comparto bancario che mostra cali superiori all’11%.

In un clima di panic selling, l’indice Ftse Mib cede circa il 7% e si mantiene sotto la soglia 35mila punti. Un’ondata di vendite che sta travolgendo tutto il settore bancario europeo in balia dei timori crescenti per lo stato di salute dell’economia globale dopo l’annuncio sui dazi da parte di Donald Trump. Nel dettaglio, l’indice Stoxx 600 Banks sta mettendo a segno un ribasso di  quasi il 9%.

A Milano, la peggiore del listino è in questo momento Unipol cede oltre il  13%, Bper, Unicredit e Mps perdono oltre l’11%. A rendere il quadro ancora più fragile, manca anche la trincea difensiva: tra i 40 titoli del Ftse Mib, solo Diasorin è in positivo, mentre anche le utilities, solitamente rifugio nei momenti di tempesta, mancano all’appello.

In general sui mercati c’è un contesto di risk on, con l’avversione al rischio che spinge gli investitori ad allontanarsi dall’equity in scia ai timori per le prospettive dell’economia globale, con i titoli di Stato sotto la lente per il calo dei rendimenti: il Treasury Usa a dieci anni viaggia sotto la soglia del 4%, il decennale italiano è al 3,7% mentre quello tedesco è al 2,53%.

Cosa sta accadendo a Piazza Affari?

Cosa sta accandendo a Piazza Affari e alle banche italiane? “Rischio recessione e ulteriori tagli da parte della Bce”, taglia corto un analista interpellato da FinanzaOnline. Entra più nel dettaglio Gabriel Debach, market analyst di eToro: “Nei mesi scorsi, mentre Wall Street arrancava sotto il peso dell’incertezza legata ai dazi, con l’S&P 500 che ha sottoperformato lo STOXX 600 per nove settimane consecutive, un record, l’Europa sembrava guardare altrove. Trainata dalla corsa al riarmo, dal pacchetto fiscale tedesco e dal risiko bancario, il Vecchio Continente ha ignorato i segnali d’allarme che arrivavano da Oltreoceano. Ora, però, anche l’Europa torna a scrutare Washington, con gli stessi occhi inquieti di Wall Street”.

“La mappa del comparto finanziario europeo è un tappeto rosso sangue : l’allarme non è più isolato, è sistemico. E il timore è chiaro: che il rallentamento americano contagi anche l’Europa, mettendo in crisi il cuore manifatturiero del continente. A cadere per prime, le banche. Per l’Italia, alla svendita si sommano le tensioni sullo spread BTP-Bund, salito da 114,8 a 124,1 punti base in poche ore: +10%, un balzo che non si vedeva dai giorni post-elezioni del 2022, vittoria di Giorgia Meloni. Uno spread che sale è veleno per le banche: aumenta il costo del funding, erode i margini, taglia le valutazioni”, avverte Debach. E a tutto questo si aggiunge il colpo di grazia: Citi che taglia le stime su diversi titoli italiani, Leonardo in primis. Il risultato? Un’ondata di rosso che non è più solo tecnica, ma pura narrativa di rischio.

Panic selling sui mercati, lo scenario temuto si materializza

“Si materializza lo scenario temuto dagli operatori”, sintetizzano in una nota diffusa stamattina dagli strategist di Mps Capital Services che spiegano come ieri sia stato un giovedì nero sui mercati finanziari globali che “hanno iniziato a prezzare in maniera decisa lo scenario di forte rallentamento economico globale a seguito delle misure aggressive da parte dell’amministrazione USA”. “Molte case d’investimento hanno commentato che le recenti decisioni si avvicinano al loro “worst case scenario” – segnalano ancora -. Di conseguenza, si sono verificate forti vendite sui listini azionari globali, sulle materie prime e sul dollaro ed acquisti sui governativi, con il mercato che ha aumentato le attese sui tagli dei tassi da parte della Fed (quattro prezzati per fine anno)”.

Wall Street osservata speciale

“Con l’S&P 500 giù del 4,8% e il Nasdaq 100 del 5,4%, il 2025 si conferma l’ottavo peggior inizio d’anno di sempre. Mai, nella storia, si era registrato un calo superiore al 4,5% dell’S&P senza che il VIX sfondasse quella soglia psicologica. Segno che il mercato è ancora troppo compiacente… o semplicemente paralizzato”. Allargando lo sguardo anche a Wall Street nel commento di stamattina Gabriel Debach, market analyst di eToro, traccia un quadro del mercato a un giorno dall’annuncio dei dazi da parte di Trump.

Debach sposta poi lo sguardo sui dati sul mercato del lavoro Usa in arrivo oggi. “Il Jobs Report atteso oggi potrebbe confermare questo quadro: +135 mila posti di lavoro attesi, disoccupazione al 4,1%, mentre i licenziamenti pubblici aumentano e l’ISM servizi scende a livelli da soft landing già archiviato. E il tutto accade mentre il Tesoro americano si rifinanzia sotto il 4% di rendimento. Se questa è forza, è quella della paura. Ma forse, più che un segnale economico, il dato odierno potrebbe essere ciò che il mercato stava cercando: un punto d’aggancio, un diversivo, un pretesto per uscire dalla paralisi. Non sarà l’ultimo report prima della prossima decisione della Fed, ma potrebbe bastare — o per alimentare ulteriori vendite, o quantomeno per cercare di fermare l’emorragia”.

Nella sua disamina, l’esperto sottolinea come l’Europa per ora resista, ma non è immune. “Il PMI servizi rivisto a 51 frena i tagli della BCE, ma la crescente incertezza sulle esportazioni europee verso gli USA (dove molte PMI dipendono dalla domanda interna americana) potrebbe ribaltare il tavolo già ad aprile”.