News Notizie Italia Piazza Affari: Ftse Mib termina in lieve rialzo (+0,2%), UniCredit e Banco Bpm le migliori

Piazza Affari: Ftse Mib termina in lieve rialzo (+0,2%), UniCredit e Banco Bpm le migliori

Pubblicato 16 Luglio 2019 Aggiornato 19 Luglio 2022 17:17
Chiusura positiva per Piazza Affari con il Ftse Mib che archivia le contrattazioni in rialzo dello 0,16% a 22.213,53 punti. Segni più anche per le altre piazze europee, mentre Wall Street viaggia poco mosso dopo i risultati delle banche d’affari JP Morgan e Goldman Sachs.
Sul fronte commerciale, proseguono i colloqui tra Stati Uniti e Cina. Il segretario al Tesoro statunitense Steven Mnuchin ha dichiarato che, qualora i colloqui telefonici di questa settimana risulteranno produttivi, potrebbe presto partire alla volta di Pechino insieme al rappresentante al commercio Robert Lighthizer per riprendere i negoziati. In serata l’attenzione si sposterà sul voto del Parlamento europeo per la nomina a presidente della Commissione di Ursula Von der Leyen.
Tornando a Piazza Affari, UniCredit chiude in vetta al Ftse Mib con un rialzo del 2,6%; subito dietro Banco Bpm (+2,6%) e FinecoBank (+2,1%).
Acquisti anche su Moncler (+1,3%) che è finita sotto la lente di Banca Imi. In una nota che porta la data di oggi gli analisti della banca italiana hanno confermato la raccomandazione sul titolo del big italiano dei piumini a hold e il target price a 33,5 euro.
Ribasso per Azimut (-0,4%) dopo che il presidente Pietro Giuliani non si è mostrato interessato allo shopping nel risparmio gestito.
Forti vendite su Pirelli (-2,5%) dopo le indicazioni arrivate in avvio d'ottava dalla rivale francese Michelin. che ha alzato il velo sui volumi sell-in di giugno che evidenziano un calo generalizzato del settore auto e anche quello dei truck, con un trend inferiore alla guidance 2019.
Fca termina la seduta all’ultimo posto del Ftse Mib con una perdita del 3,1%. Goldman Sachs rimette mano sul titolo avviando la copertura con rating sell e prezzo obiettivo a 11,5 euro. La casa d'affari statunitense vede possibilità limitate per ulteriore crescita in Nord America, l'area da cui il gruppo automobilistico italo-statunitense dipende fortemente.