News Notizie Italia Piazza Affari chiude in forte calo complici petrolio e Cina, tonfo per banche ed energetici

Piazza Affari chiude in forte calo complici petrolio e Cina, tonfo per banche ed energetici

Pubblicato 8 Dicembre 2015 Aggiornato 19 Luglio 2022 15:56
Torna il segno meno a Piazza Affari in una seduta condizionata dai deboli dati arrivati dalla Cina e dal nuovo tonfo del prezzo del petrolio. L'indice Ftse Mib ha chiuso le contrattazioni con una flessione del 2,26% a quota 21.538 punti.

Questa mattina sono arrivate indicazioni deludenti dalla Cina con l'export sceso più del previsto a novembre (-6,8% rispetto al -5% del consensus Bloomberg) e il surplus della bilancia commerciale sceso a sorpresa a 54,1 mld di dollari.

A far accelerare al ribasso le Borse ha contribuito soprattutto la nuova discesa del petrolio con Brent sotto la soglia dei 40 dollari al barile per la prima volta dal febbraio 2009 e minimi a quasi 7 anni anche per il Wti. Sul mercato si continua a temere il persistere di una situazione di eccesso di offerta di greggio a livello globale dopo il nulla di fatto del meeting Opec di venerdì scorso.

A Milano spiccano i cali dei testimonial del settore bancario. Peggior titolo di giornata è stato Mps (-5,58%). In affanno anche le principali banche popolari: -3,14% Bper, -3,03% Banco Popolare e -3,67% Ubi Banca. Secondo quanto riportato oggi dal Sole 24 Ore la vigilanza della Bce porterà avanti a inizio 2016 una serie di indagini sugli aumenti di capitale effettuati dai principali istituti popolari italiani. Controlli volti a verificare se le banche abbiano concesso prestiti (o garanzie) ai soci-clienti in cambio di un acquisto diretto di azioni proprie, pratica emersa in occasione delle recenti ricapitalizzazioni della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.

Tra i petroliferi, appesantiti dal sell-off sul petrolio, spiccano i cali di Saipem (-2,57%) ed Eni (-2,53%). Deciso ritracciamento oggi per Telecom Italia (-2,35%), reduce da una prima seduta dell'ottava molto positiva. Su Telecom Italia ieri JP Morgan ha dichiarato di avere una posizione lunga sul 10,134% del capitale, di cui la metà è al servizio del bond Telefonica.

Intanto sul fronte M&A la francese Bouygues ha smentito le voci sulla possibile cessione delle attività nelle telecomunicazioni e nel settore televisivo che parlavano di contatti con Orange per la cessione delle attività nei due settori.