Piazza Affari chiude in deciso ribasso, Ftse Mib in calo del 2,6%. Banche sotto pressione
La Borsa di Milano ha chiuso in deciso ribasso aumentando le perdite dopo la pubblicazione del sondaggio ADP che ha evidenziato in aprile una crescita di 119 mila unità nelle buste paga del settore privato Usa. Il dato è inferiore sia alla rilevazione di marzo (209 mila unità) sia alle attese degli analisti (+175 mila). Da segnalare che il principale indice azionario spagnolo, l’Ibex 35, ha sfondato con decisione verso il basso la soglia costituita dai minimi del marzo 2009. Madrid è entrata ufficialmente in recessione, la seconda volta in tre anni: il Pil del primo trimestre 2012 ha mostrato una flessione dello 0,3%, stesso calo registrato nell’ultimo scorcio dello scorso anno. A peggiorare il quadro la decisione, annunciata lunedì, dell’agenzia di rating Usa di declassare ben 11 istituti di credito spagnoli. Con lo spread in rialzo sopra i 390 punti base, a Piazza Affari l’indice Ftse Mib ha ceduto il 2,60% a 14.213 punti, mentre il Ftse All Share è arretrato del 2,38% a quota 15.265.
Pesanti vendite sui titoli del comparto bancario: Ubi Banca ha ceduto il 7,13% a 2,606 euro, Monte dei Paschi il 5,18% a 0,254 euro, Unicredit il 5,66% a 2,836 euro, Popolare di Milano il 5,28% a 0,351 euro, Intesa SanPaolo il 4,64% a 1,09 euro, Banco Popolare il 4,90% a 1,067 euro. La tensione sulle banche italiane, come segnalato nelle sale operative, potrebbe essere anche favorita dai probabili interventi sui loro rating da parte di Moody’s, che lo scorso 13 aprile aveva annunciato un aggiornamento proprio nella prima parte di maggio. Male Ansaldo STS (-4,20% a 6,39 euro) che ha archiviato il primo trimestre 2012 con un utile netto in calo del 22,6% a 12 milioni di euro. In flessione del 6,7% i ricavi, che si sono attestati a 259,5 milioni di euro rispetto ai 278,2 milioni dei primi tre mesi dell’anno scorso.
Fiat ha lasciato sul parterre il 2,19% a 3,568 euro in attesa del dato sulle immatricolazioni italiane di aprile. Nel frattempo Chrysler ha continuato a sovraperformare il mercato statunitense delle quattro ruote: la casa di Detroit ha messo a segno ad aprile una crescita delle vendite pari al 20% a 141 mila unità. La market share di Chrysler è ulteriormente cresciuta all’11,9% rispetto al 10% di un anno fa. Corrado Passera ha di fatto bloccato il tam tam di Borsa che aveva riempito le cronache finanziarie durante i giorni scorsi. Il ministro dello Sviluppo Economico, come riportato dalle principali agenzie di stampa, ha dichiarato che non esiste nessuna ipotesi di fusione tra Snam (-2,84% a 3,492 euro) e Terna (-1,64% a 2,764 euro). Alcune indiscrezioni di stampa avevano parlato di un piano alternativo, presentato da Terna al Governo, per l’acquisto del 28% di Snam rispetto all’acquisto diretto da parte della Cassa Depositi e Prestiti.
Luxottica ha svettato sul paniere principale con un rialzo del 3,07% a 27,88 euro in scia all’upgrade di BofA, che ha portato la raccomandazione sul gruppo di Del Vecchio a buy da neutral. Positiva STM (+0,70% a 4,34 euro) dopo un doppio upgrade: Goldman Sachs ha alzato il giudizio sulla società dei semi-conduttori a buy dal precedente neutral, mentre Citi ha portato il rating a neutral da sell. “Nonostante un debole profilo di ritorni cash e di posizionamento industriale – ha scritto Goldman – ci aspettiamo che la stima del rendimento del dividendo 2013 intorno al 7% e di quello del free cash flow atteso al 12% siano di supporto al titolo”. Secondo gli analisti di Citi, invece, il rischio di un ulteriore downside dell’azione è limitato in quanto il titolo ha registrato nel mese scorso un ribasso del 30%.