Piazza Affari arranca ancora con banche e tonfo Ferragamo, Poste festeggia rinnovo accordo con CDP
Si avvia alla conclusione una settimana difficile per Piazza Affari reduce da due sedute in deciso affanno con il ritorno in primo piano del rischio politico. Il concretizzarsi della possibilità di elezioni già il prossimo 4 marzo ha alzato il livello di apprensione degli investitori circa le prospettive di breve termine per l’azionario Italia, che in questo 2017 era stato tra i più gettonati a livello globale.
L’indice Ftse Mib viaggia oggi in calo dello 0,28% a quota 22.129 punti dopo un avvio in calo di oltre lo 0,5%. Anche oggi si conferma la debolezza del settore bancario con flessioni pronunciate per Banco BPM (-1,40%) e Ubi Banca(-0,80%). Fuori dal coro Bper (+1,25).
Spicca in avvio il crollo di Salvatore Ferragamo (-8,5%) in scia al warning sui conti a medio termine. La maison del lusso ha annunciato che non riuscirà a rispettare i target annunciati lo scorso febbraio e anche il 2018 sarà un anno di transizione. Banca Akros in scia al warning della società ha deciso di rivedere al ribasso la raccomandazione a neutral.
Tra i titoli del Ftse Mib in rialzo spicca oggi Poste Italiane (+1,63%) che ha sottoscritto con Cassa depositi e prestiti (CDP) l’accordo concernente il servizio di raccolta del risparmio postale che prevede, nel triennio 2018-2020, una remunerazione annua in favore di Poste Italiane compresa tra un minimo di 1,55 miliardi di euro e un massimo di 1,85 miliardi di euro.
Poche novità dalla Bce, crescita più forte non intacca strategia su QE
Tutto confermato ieri da parte della Bce con tassi fermi ai minimi storici e riduzione del QE al via da gennaio 2018 e acquisti che andranno avanti almeno fino a fine settembre. Unico elemento di novità è stato l’aggiornamento delle stime economiche con una revisione al rialzo di quelle relative al Pil sia per il 2017 che per i prossimi anni. Secondo alcuni membri del consiglio direttivo, la BCE dovrebbe adottare una strategia più equilibrata in merito all’uscita dal quantitative easing “ma Draghi potrebbe giustificare la propria politica con i recenti dati sull’inflazione, che sono risultati deboli nonostante una prospettiva di crescita molto forte”, sottolinea Julien-Pierre Nouen, Chief Economic Strategist di Lazard Frères Gestion.
Tra le note “hawkish”, sottolinea Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr, c’è stato l’ottimismo sullo scenario inflattivo espresso da Draghi, che ha dichiarato di essere più ottimista rispetto a 2 mesi fa. Tra quelle “dovish” il rigetto della nozione che si stia considerando di interrompere bruscamente il QE ad ottobre prossimo.