Petrolio sempre più giù, Opec inerme. Ecco chi vince e chi perde nella oil war

I bassi prezzi del petrolio vanno inevitabilmente a danneggiare i Paesi esportatori, mentre sono di aiuto per quelli importatori di petrolio, in particolare per quelli alle prese con cronici problemi di inflazione elevata. Se da un lato il petrolio più a buon mercato va inevitabilmente e penalizzare non poco le grandi nazioni produttrici di petrolio – come la Russia e il Venezuela – dall’altro si traduce in “una manna” per i Paesi che importano una quantità significativa di petrolio, tra cui molti paesi in Asia. “Un grande beneficiario dei prezzi del petrolio è l’India – rimarca il Weekly Investment Commentary di BlackRock curato da Russ Koesterich – che importa circa l’85% del suo petrolio. I bassi prezzi del petrolio stanno aiutando a diminuire la cronica elevata inflazione indiana (ora sotto il 6,5%) favorendo la posizione fiscale del paese”. L’effetto petrolio, abbinato alle riforme del nuovo governo Modi, hanno aiutato la Borsa indiana a toccare i nuovi massimi storici. In generali BlackRock mantiene una view positiva sulle azioni dell’Asia alla luce anche della recente forza di Cina e Giappone.
Tra i singoli titoli vantaggi per le italiane Atlantia e Prysmian
JP Morgan, che vede Brent e Wti in ulteriore discesa nei prossimi mesi, indica una lista di 10 titoli che risultano favoriti, in maniere diretta o indiretta, del dietrofront del petrolio. Tra questi spiccano anche le italiane Atlantia e Prysmian. Tra gli altri spiccano le tedesche Daimler, Bmw e Deutsche Post, l’olandese Philips, la spagnola Inditex, la svedese Skf, le britanniche Thomas Cook e Firstgroup.