Petrolio e gas sotto i riflettori in vista dell’inverno. Ecco le previsioni sui prezzi

Continua la fase di volatilità sui prezzi delle materie prime energetiche, con il prezzo di gas e petrolio che continuano ad essere monitorati attentamente dagli operatori di mercato.
Teniamo presente che proprio il recente aumento del prezzo dei beni energetici ha influenzato significativamente la crescita dei prezzi al consumo, con l’inflazione negli Stati Uniti che ha recentemente raggiunto il 3,7%. Ecco che proprio questo rialzo dei costi energetici riaccende le preoccupazioni degli operatori di assistere ad un ulteriore incremento dei tassi di interesse da parte della Fed; mentre oggi la Bce ha optato per un rialzo di 25 punti base dei tassi di interesse.
In questo articolo andiamo ad analizzare queste due commodities, soffermandoci sui fattori trainanti che hanno guidato nelle ultime sedute l’andamento grafico di queste due importanti commodities energetiche.
Petrolio, tensioni su domanda e offerta
Partiamo ad analizzare il petrolio. Nelle ultime sedute abbiamo assistito ad una temporanea pausa nella corsa del prezzo del petrolio e questo in seguito al deciso ed inatteso incremento settimanale delle scorte statunitensi di greggio.
In particolare, nel pomeriggio di ieri l’EIA, la divisione del Dipartimento dell’Energia americano, nel suo rapporto settimanale, ha comunicato a sorpresa che le scorte statunitensi di petrolio e benzina sono aumentate oltre le attese. Per quanto riguarda il greggio abbiamo avuto una una sorpresa di quasi 4 milioni di barili, rispetto al calo di 2 milioni previsto dal consenso di Bloomberg. Stessa dinamica anche per le riserve di benzina che sono salite di 5,6 milioni di barili, contro un consenso di -0,5 milioni di barili.
Tuttavia, il prezzo del greggio continua a restare sui prezzi massimi degli ultimi 10 mesi e questo perché gli operatori di mercato continuano ad essere preoccupati che l’offerta di petrolio resti limitata fino alla fine dell’anno.
Al momento, il prezzo del Brent (il riferimento del greggio in Europa) mostra un leggero rialzo a quota 93 dollari al barile, valori che non si vedevano dallo scorso novembre.
Arabia e Russia tagliano la produzione per sostenere i prezzi
Sul fronte dell’offerta le maggiori preoccupazioni arrivano dalle mosse di Arabia e Russia. Solo la settimana scorsa, infatti, Russia e Arabia Saudita hanno annunciato l’estensione fino a fine 2023 dei tagli produttivi decisi quest’estate. Questa mossa ha l’obiettivo di incrementare e sostenere le quotazioni del greggio, permettendo così a questi Paesi esportatori di guadagnare ulteriormente dai loro trade con l’estero.
Ricordiamo infatti che Arabia e Russia sono il primo e il terzo esportatore di petrolio al mondo e quindi un loro consistente taglio di produzione, in un contesto di crescita di domanda di petrolio, potrebbe impattare in modo deciso sul prezzo dell’oro nero.
Da questo punto di vista, l’Opec, ovvero l’organizzazione dei principali paesi esportatori di petrolio, ha segnalato che il mercato mondiale di petrolio rischia nel prossimo trimestre di fare i conti con un deficit di produzione di 3,3 milioni di barili al giorno, uno sbilancio tra domanda e offerta sui massimi da oltre un decennio.
Queste tensioni sul fronte dell’offerta di petrolio si ripercuotono sull’andamento del prezzo del petrolio e secondo gli analisti di Bank of America, i continui tagli di produzione potrebbero portare i futures del Brent sopra quota 100 dollari al barile prima della fine dell’anno.
Da segnalare che per l’Arabia il prezzo del petrolio ha già raggiunto i 100$/b sul proprio Arab Light, un livello stimato di breakeven per il nuovo bilancio statale.
Prezzo della benzina alle stelle
Le dinamiche di domanda e offerta che guidano il prezzo del greggio non fanno altro che aumentare le preoccupazioni sulla benzina il cui prezzo è in deciso rialzo rispetto alle scorse settimane. Al momento, la media nazionale della benzina (riportata da quotidiano energia) in modalità self service è arrivata a 1,99 euro al litro, mentre quella del diesel a 1,91 euro al litro.
Stessa dinamica anche in America dove i prezzi della benzina sono aumentati del 10,6% ad agosto, dopo essere saliti dello 0,2% a luglio. Come segnala la Energy Information Administration statunitense, i prezzi della benzina hanno accelerato ad agosto raggiungendo un picco di 3,984 dollari al gallone.
Analisi tecnica: Brent verso i $ 100?
Continua la fase di forza per il prezzo del greggio con il Brent che ha superato oggi quota 93 dollari al barile. In particolare, il prezzo del petrolio europeo mostra un rialzo di oltre il 30% dai minimi di giugno e adesso mette nel mirino la quota dei 100 dollari al barile. Il Brent ha beneficiato come dicevamo dei tagli di produzione dell’Arabia e della Russia, con le quotazioni che hanno aumentato la loro forza rialzista dopo il breakout dell’area di prezzo 88 dollari. Al ribasso, i supporti più importanti si trovano oltre che a quota 90 dollari, si trovano in area 88 dollari e poi verso gli 85 dollari al barile.
Anche per il greggio texano (WTI) le prospettive sono di un proseguimento al rialzo verso il target a quota 90 dollari al barile e al momento mostra un rialzo semestrale di circa il +30%.
Solo in caso di un ritorno del Wti prima sotto gli 82 dollari al barile e poi verso il supporto psicologico a quota 80 dollari, potrebbe innescare un’inversione di tendenza verso i minimi di fine agosto.
Gas in tensione con gli scioperi
Questa mattina i prezzi del gas sono tornati a salire sulla scia delle preoccupazioni per l’offerta.
La volatilità sul prezzo delgas naturale arrivano in scia alla situazione in Australia dove oggi partiranno ulteriori scioperi agli impianti di Chevron. Ricordiamo che gli scioperi dei lavoratori della Chevron sono stati innescati da diverse vedute rispetto ai vertici dell’azienda su retribuzione, sicurezza sul lavoro, turni e regole sugli straordinari
Teniamo presente che gli impianti australiani della Chevron producono il 5,1% della fornitura mondiale di combustibile super refrigerato. Nel 2022 l’Australia è stato il paese che ha esportato la maggiore quantità di gnl al mondo, spedendo 80,9 milioni di tonnellate di carburante, 1,9 in più rispetto al 2021. I maggiori acquirenti del Gnl australiano sono stati Giappone, Corea del Sud, Cina e Taiwan.
Ecco che da questo punto di vista un proseguo dello sciopero in questi impianti così cruciali può provocare effetti sui prezzi e impattare anche su paesi non direttamente raggiunti dalle esportazioni australiane, come quelli europei.
Analisi tecnica
Per il gas naturale, gli ultimi rialzi hanno riportato la quotazione del gas naturale USA a quota 2,8 dollari. Al momento, l’area di resistenza più importante e il cui breakout rialzista potrebbe infiammare nuovamente le quotazioni è posta a quota 3 dollari, prezzi dello scorso febbraio.
Al ribasso, il cedimento del supporto a 2,5 dollari potrebbe riportare il gas naturale verso i minimi relativi tra i 2 e i 2,2 dollari.
Per quanto riguarda il TTF, il riferimento per il gas in Europa si segnala che al momento quota 36,2 euro al megawattora, con un progresso di oltre il 41% dai minimi di luglio.