Notizie Valute e materie prime Petrolio ai minimi a 5 mesi, Stati Uniti pronti a diventare primo produttore mondiale grazie a shale oil

Petrolio ai minimi a 5 mesi, Stati Uniti pronti a diventare primo produttore mondiale grazie a shale oil

13 Novembre 2013 10:25
Debolezza pronunciata per il petrolio le cui quotazioni sono scese ai minimi a oltre 5 mesi. A guidare la discesa dell’oro nero è l’aumento dell’offerta in virtù soprattutto della maggiore produzione negli Stati Uniti grazie alle tecniche di estrazione non convenzionali dello shale oil (estrazione da roccia argillosa che imprigiona al suo interno petrolio o gas naturali).

Le quotazioni del future Wti con scadenza dicembre 2013 sono scese ieri di oltre 2 punti percentuali portandosi a quota 93,04 dollari al barile, sui minimi dal 31 maggio scorso.

Intanto domani arriveranno i dati sulle scorte di greggio negli Stati Uniti che probabilmente sono salite per l’ottava settimana consecutiva. Il consensus Bloomberg vede infatti un aumento di 800.000 barili nella settimana all’8 novembre per complessivi 386,2 milioni. I dati del Dipartimento di energia statunitense Eia arriveranno con un giorno di ritardo rispetto al solito a causa del giorno festivo Veterani a inizio ottava.

Stati Uniti primo produttore al mondo dal 2015
Dal World Energy Outlook 2013 diffuso ieri dall’Agenzia internazionale dell’Energia (Iea, International Energy Agency) emerge che gli Stati Uniti già dal 2015 potrebbero completare il sorpasso a Russia e Arabia Saudita divenendo il primo produttore mondiale di greggio grazie principalmente all’accelerazione garantita dalla scoperta di nuovi giacimenti di petrolio tramite metodologie non convenzionali quali shale oil e shale gas. Secondo il rapporto diffuso dall’Iea l’aumento del petrolio non convenzionale permetterà di colmare il gap in aumento tra la domanda petrolifera mondiale e la produzione di petrolio convenzionale. Fenomeno shale oil negli Stati Uniti che potrebbe portare nei prossimi anni a un rallentamento degli investimenti in Medioriente.

Una tendenza che però non dovrebbe resistere nel lungo periodo e a partire dal 2025 la produzione non-Opec inizierà a scendere e allora sarà necessario un aumento sostanziale della produzione di petrolio del Medio Oriente per fronteggiare la domanda crescente.
Sempre ieri è arrivato il report mensile dell’Opec che vede la domanda globale aumentare di 1,04 milioni di barili al giorno a totali 90,82 mln di barili al giorno nel 2014.