In attesa della riunione di giovedì della Bce serpeggia anche un po’ di scetticismo tra gli analisti sulle reali misure che Mario Draghi annuncerà per “salvaguardare l’euro”.
Tutti gli sguardi del mercato sono già rivolti a Francoforte, direzione Eurotower. E in particolare alla riunione mensile di politica monetaria della Banca centrale europea (Bce) prevista per giovedì prossimo. L’attenzione degli investitori sarà rivolta sopratutto alle parole che il presidente della Bce, Mario Draghi, utilizzerà nella conferenza stampa che segue la decisione del consiglio direttivo sui tassi. Le aspettative attorno a questo incontro sono salite sensibilmente dopo le dichiarazioni di giovedì scorso di Draghi il quale ha affermato che la Bce è pronta a fare tutto il necessario per salvare l’euro. E in attesa del meeting tra le opzioni più probabili che circolano in questi giorni c’è la riattivazione del programma Securities Markets Programme (Smp), ovvero l’acquisto titoli di stato sul mercato secondario, o l’acquisto attraverso l’Efsf di titoli sul primario.
Ma ci sono anche delle voci dal coro. Come Moody’s, anche secondo Roger Doig, credit analyst di Schroders, l’Eurotower guadagnerà solo tempo “non ci sono indicazioni sul fatto che autorità siano pronte ad agire”.
Nonostante l’impegno di Mario Draghi, con la Bce “pronta a fare di tutto per preservare la moneta unica”, l’istituto di Francoforte potrebbe rimanere alla finestra e non annunciare nuove mosse dopo il taglio dei tassi di luglio. “Anche se il programma Smp potrebbe ripartire – commenta Jonathan Loyes, capo economista europeo di Capital Economics – Draghi resisterà alle pressioni per concedere la licenza bancaria all’Esm e continuerà a ribadire che la responsabilità della risoluzione della crisi spetta ai governi, e non alla banca centrale”. Insomma, per Loyes la Bce sarà “riluttante” a fare di più. “Nonostante l’apparente inefficacia della sforbiciata ai tassi – precisa l’economista – appare comunque improbabile che la Bce annunci ulteriori misure non convenzionali “. La dichiarazione di Draghi si completa di un altro importante tassello. La Bce è pronta a fare tutto per salvare l’euro, ma “entro i limiti del proprio mandato”. Questo, secondo Capital Economics, potrebbe tradursi in un’esclusione di altre misure, come la concessione della licenza bancaria all’Esm. Quello che appare più probabile, almeno a tempo debito, è nuova liquidità a lungo termine alle banche (Ltro), come le operazioni di dicembre e febbraio.
E anche tra gli esperti di JW Partners serpeggia un certo scetticismo. “Nuovi acquisti della Bce sul secondario congiunti a un mandato all’Efsf/ Esm per acquisti sul primario, accompagnati da ulteriori riduzioni dei tassi, nuove operazioni di LTRO e rilassamento delle regole sui collaterali sono tutte azioni che potrebbero essere dichiarate/implementate in tempi relativamente brevi, generando un ampliamento dei recenti movimenti risk-on” commentano nella Weekly FX Research e avvertono che “ora lo spazio per rimanere delusi è aumentato”.