Per Piazza Affari tempo di rifiatare dopo il grande boom (+10% in 3 settimane), ma si avvicina Bce Day
Piazza Affari guarda ai prossimi appuntamenti in agenda, a partire da Moody’s di oggi, e gli investitori iniziano a interrogarsi su cosa fare dopo il prepotente rally delle ultime tre settimane. Il giudizio di Moody’s in arrivo in serata non dovrebbe portare sorprese per l’Italia. La svolta politica, con il governo Conte-bis accolto con favore dai mercati, dovrebbe indurre le agenzie di rating a guardare con più fiducia sulle prospettive dell’Italia e anche il delicato appuntamento d’autunno con l’approvazione della legge di bilancio 2020 appare decisamente meno gravoso rispetto a solo qualche settimana fa.
Oggi Moody’s, ma già si guarda a bazooka Bce
Ieri l’euforia da spread si è presa una piccola pausa di riflessione, con moderata risalita sopra la soglia di 150 pb, complice anche il movimento corale dei titoli di Stato con tassi in risalita dai minimi storici. Sui bond il prossimo momento clou sarà il 12 settembre con il meeting Bce che con ogni probabilità riserverà nuovi interventi espansivi a partire dal taglio del tasso sui depositi.
Dopo il giuramento di ieri del governo Conte-bis, che settimana prossima dovrà ottenere la fiducia dai due rami del parlamento, l’Italia oggi guarda a Moody’s che si esprimerà sul Belpaese. Moody’s ha un rating sul paese a Baa3, ultimo del segmento investment grade, con un outlook stabile. Alla luce degli ultimi sviluppi politici appare altamente improbabile un taglio di rating o outlook. Gli analisti di Citigroup rimarcano come i rischi politici sono sostanzialmente diminuiti e vedono il deficit 2019 non superare il 2% del pil con costi di finanziamento del debito in netta diminuzione.
Ftse Mib attacca i massimi 2019, ma è a rischio fiato corto dopo corsa forsennata
Il violento strappo al rialzo delle ultime settimane ha proiettato il Ftse Mib a ridosso dei massimi annui toccati a metà luglio (22.204 punti). Stamattina l’indice guida milanese ha fatto una breve incursione sopra i 22 mila punti. Dai minimi del 14 agosto sotto quota 20mila punti, il Ftse Mib ha messo a segno un balzo di ben 10 punti percentuali.
In queste tre settimane a fare la voce grossa sono state le banche con rialzi a doppia cifra, continuati con decisione ieri grazie anche alla boccata d’ossigeno del rialzo dei rendimenti dei bond, sostanzialmente a parità di spread.
“Il movimento sui tassi europei core, che si è riflesso sui periferici ha ridato smalto all’euro contro un dollaro assai preoccupato dei dati del pomeriggio. Anche il settore bancario ha gradito parecchio il movimento”, rimarca Giuseppe Sersale, Strategist di Anthilia Capital Partners Sgr.
Atlantia e FCA non si fermano
Tra i singoli titoli del Ftse Mib oggi si muove in deciso rialzo Atlantia (+1,68% a 24,71 euro), sui nuovi massimi dal 14 agosto 2018, il giorno del crollo del Ponte Morandi di Genova. Ieri Atlantia ha pagato le parole di Manlio Di Stefano, deputato M5S e sottosegretario agli Esteri del primo governo Conte, che ha ventilato nuovamente l’opzione ritiro concessione autostradale, che invece sembra possa essere accantonata dal nuovo governo 5S-Pd che vede Paola De Micheli (Pd) alla guida del ministero delle Infrastrutture al posto di Danilo Toninelli.
Si muove bene anche FCA (+1%) che negli ultimi giorni è tornata a cavalcare la possibilità di un riapertura del dialogo con Renault per una fusione una volta che i francesi avranno chiuso l’accordo per rafforzare l’alleanza con Nissan.