Notizie Notizie Italia Luna di miele tra Italia e mercati, quanto durerà? Spread a 100 non è più un miraggio

Luna di miele tra Italia e mercati, quanto durerà? Spread a 100 non è più un miraggio

5 Settembre 2019 16:00

Sui mercati è un coro di attestati di approvazione alla svolta politica che si è consumata in meno di un mese in Italia. A parlare non sono solo l’appetito verso gli asset Italia – con spread Btp-Bund sceso sui livelli del maggio 2018 (prima dell’arrivo del governo M5S-Lega) , tassi BTP ai minimi storici e Piazza Affari in gran spolvero – ma anche banche d’affari e agenzie di rating.

L’entusiasmo potrebbe spegnersi a breve? Dipende da molti fattori, in particolare il livello di conflittualità che caratterizzerà il Conte-bis e i primi approcci tra nuovo governo e Ue in vista della legge di bilancio 2020. Appare difficile però prospettare un ritorno dello spread sui livelli testati nell’ultimo anno dove la vocazione euroscettica della Lega di Salvini ha condizionato non poco l’umore degli investitori esteri sui Btp.

Spread può atterrare a 100 pb?

Il momentum positivo contagia Piazza Affari e i BTP ormai da quasi tre settimane e quindi qualche presa di profitto potrebbe essere all’orizzonte. A detta degli strategist di Unicredit c’è comunque spazio per un’ulteriore riduzione del differenziale tra Btp e Bund.  Prima dell’emergere dell’alleanza 5s-Lega lo spread viaggiava in area 130 pb, quindi quello potrebbe il prossimo obiettivo realistico anche se alcuni analisti si spingono fino al livello psicologico dei 100 pb. 

Probabilmente difficile nel breve visto che in poche settimane il differenziale si è già contratto di circa 70 pb.

Btp ancora indietro rispetto a Spagna e Portogallo 

Senza dimenticare che oltre al confronto con il Bund, i nostri titoli di stato vanno raffrontati con gli altri ex PIIGS. Lo spread contro Spagna e Portogallo è ancora elevato (oltre 66 pb più alto il rendimento dei Btp a 10 anni verso gli omologhi spagnoli e lusitani), anche se più che dimezzatosi nelle ultime settimane. “Alcune politiche fiscali aggressive e un atteggiamento conflittuale nei confronti dell’UE hanno spinto molti investitori a uscire dal mercato italiano nell’ultimo anno e sembra che ora stiano tornando; quindi la reazione positiva potrebbe continuare (i titoli di stato italiani continuano a evidenziare rendimenti più alti rispetto a Spagna / Portogallo dopo tutto)”, rimarca Matteo Ramenghi, CIO UBS GWM Italia.

 

In attesa del responso di Moody’s, domani sera a mercati chiusi, S&P ha fatto capire che il vento per l’Italia potrebbe cambiare in meglio dopo questa svolta politica.  Moody’s ha un rating sul paese a Baa3, ultimo del segmento investment grade, con un outlook stabile. Alla luce degli ultimi sviluppi appare altamente improbabile un taglio di rating o outlook. Lo rimarcano anche gli analisti di Citigroup: “I rischi politici sono sostanzialmente diminuiti”. La casa d’affari Usa vede il deficit 2019 non superare il 2% del pil con costi di finanziamento del debito in netta diminuzione. 

 

Drastica riduzione del rischio di Italexit

Quasi un mese dopo che Salvini ha deciso di staccare la spina dal governo M5S-Lega, prende corpo il governo Conte-bis che nei prossimi giorni cercherà il voti di fiducia in entrambi i rami del parlamento. ING pone l’accento sulla drastica riduzione del rischio di Italexit. “È ancora da vedere se la nuova coalizione durerà. Presto avremo un test significativo con la stesura del bilancio 2020, che costituirà anche un banco di prova per la nuova Commissione europea”, sottolinea Paolo Pizzoli, economista senior di ING.

ING: scelta Gualtieri si ratifica nuovo approccio con UE

La scelta di Gualtieri come nuovo ministro delle Finanze conferma un nuovo approccio costruttivo con l’Europa, sottolinea ING.  “Attraverso il controllo incrociato dell’elenco proposto di ministri e del succinto programma governativo nella sua ultima versione disponibile di cinque pagine – argomenta Pizzoli – possiamo trarre alcune conclusioni provvisorie. Il nuovo governo Conte sotto la bandiera M5S/PD avrà probabilmente un approccio molto più costruttivo nei confronti delle istituzioni europee rispetto al precedente. Pur ribadendo la necessità di promuovere emendamenti alle vigenti norme fiscali europee, il documento suggerisce che ciò dovrà avvenire in modo non distruttivo, in collaborazione con altri Stati membri”.

S&P promuove il Conte-bis: il debito non è tutto, dialogo con Ue migliorerà

Ramoscello d’ulivo da parte della maggiore agenzie di rating.  S&P Global Ratings ha sottolineato che l’annuncio di una nuova coalizione di governo tra Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico potrebbe aprire la strada a importanti adeguamenti politici, compresi quelli sulla legge di Bilancio 2020, Per il momento, tuttavia, l’annuncio di un nuovo governo non modifica i rating di S&P sull’Italia (BBB con outlook Negativo).

“Positivamente, la formazione del governo di coalizione evita la necessità di nuove elezioni quest’anno, il che avrebbe ridotto il tempo già limitato a disposizione per negoziare e approvare il budget 2020”, rimarca la nota dell’agenzia di rating che aggiunge: “Negoziando potenzialmente degli obiettivi di bilancio più flessibili in cambio di impegni per le principali misure di riforma strutturale per stimolare la crescita, la nuova coalizione potrebbe anche essere in grado di rafforzare il coordinamento tra l’Italia e le istituzioni dell’UE sulle principali politiche di bilancio”. S&P ritiene che tali cambiamenti potranno rafforzare le metriche di credito dell’Italia, supponendo che la coalizione possa servire l’intera legislatura (fino al 2023).

Guardando all’economia, S&P giudica la prima metà di quest’anno non totalmente da bocciare per l’economia italiana che ha dato segnali contrastanti. Nonostante una domanda più debole di auto e componenti in Europa, le esportazioni sono cresciute quasi del 3%. Al contempo gli indicatori sull’occupazione sono rimasti positivi, con stabilità nel numero di posti disponibili nella maggior parte dei settori cosa che ha portato a un calo del tasso di disoccupazione. Il Pil nel secondo trimestre è però risultato a crescita zero, significativamente al di sotto della media dei Paesi Ocse. Il debito pubblico italiano, pari al 132% del pil, è il terzo più alto nell’Ocse dopo Giappone e Grecia: Tuttavia, conclude S&P, nel determinare il merito creditizio, valutiamo anche altri parametri. Risparmi e debito privato contano altrettanto”.

L’altra grande agenzia di rating, Fitch, lo scorso mese ha lasciato invariati rating e outlook sull’Italia, tagliando le previsioni sul Pil 2019 dallo 0,4% allo 0,1% in attesa di vedere l’evoluzione della crisi politica.