Per Mps è di nuovo buio pesto in Borsa, unico spiraglio è maxi-cessione Npl per sbloccare scenari M&A
Mps fuori dal coro dei rialzi delle banche di Piazza Affari. Dopo il calo di mercoledì (-2,88%) a seguito dei conti trimestrali, anche oggi l’azione ha chiuso in rosso (-0,33%) quando il resto delle banche ha corso con molti titoli ad aggiornare i massimi annui. Negli ultimi due mesi il titolo si è mosso lateralmente mentre le banche inanellavano rialzi a doppia cifra. E il saldo da inizio anno del titolo è ancora tristemente in rosso (-0,9%).
I numeri di Mps non hanno scaldato il mercato nonostante l’utile leggermente meglio delle attese. Equita oggi ha confermato la raccomandazione hold su Banca MPS e nel breve vede l’unico upside sul titolo è legato all’esito delle negoziazioni con la UE sulla cessione degli NPE, il cui esito potrebbe a cascata sbloccare scenari speculativi.
Dopo conti i riflettori si spostano su cessione Npl, serve ok dell’UE
Intanto entro qualche settimana l’Unione europea dovrebbe pronunciarsi sul piano di cessione ad Amco, ex SGA, di un portafoglio rilevante di NPL di Mps. L’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli, ha alimentato le attese per un imminente intesa per ripulire ulteriormente la banca dai crediti deteriorati. “C’è una discussione in corso che sta andando avanti da un po’ e spero che in qualche settimana potremo avere più chiarezza”, ha detto l’ad a margine della presentazione dei conti trimestrali.
La questione riguarda la trattativa in corso tra il Tesoro, principale azionista di Banca Mps con il 68% del capitale, e la Commissione europea, per liberare la banca senese di gran parte dei suoi crediti deteriorati, un portafoglio di circa 10-14 miliardi di euro , il tutto senza infrangere le regole sulla Concorrenza Ue. “In base ai nostri calcoli per ridurre l’NPE ratio al 5% e mantenere il CET1 a 11,5% – dicono gli analisti di Equita – è necessario cedere circa 10 mld di NPE con prezzi di vendita degli NPL non inferiori a 30 cent (45 cent per gli UTP), ipotesi che sembrano realistiche solo con intervento pubblico”.
In alternativa il Tesoro potrebbe chiedere più tempo per exit strategy
Fatto sta che come riporta Il Sole 24 ore per realizzare la cessione, il Tesoro e Bruxelles starebbero valutando come soluzione il coinvolgimento di Amco — specializzata nella gestione di crediti problematici — per liberare la banca senese di circa due terzi dei suoi crediti deteriorati e agevolare così il processo di cessione degli Npl. In sostanza le azioni di Amco, ovvero l’ex Sga,verrebbero conferite agli azionisti di minoranza Mps in cambio del conferimento dei crediti deteriorati della banca senese. Come scrive il quotidiano di Confindustria, l’effetto positivo della scissione di un pezzo di bilancio (con attivi e passivi) è che gli impatti negativi sul capitale di Mps verrebbero neutralizzati, cosa che invece non avverrebbe in caso di cessione. Ai soci di minoranza, che si ritroverebbero una Mps ripulita ma di fatto dimagrita, verrebbe offerta come contropartita la possibilità di entrare nel capitale di Amco, qualora non esercitassero il diritto di recesso”. I problemi? Diversamente dalle cessioni di crediti avvenute fino ad oggi, in questo caso l’Ue dovrebbe dare via libera ad un’operazione che prevede di scambiare un pezzo di bilancio (di Mps) con azioni (di Amco), cosa finora mai applicata e che potrebbe essere vista non di buon occhio dalla commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Poi resta il tema del prezzo dei crediti deteriorati e delle azioni.
In ogni caso a breve si attende una risposta da Bruxelles altrimenti per Mps si prospettano soluzioni alternative, come una cessione parziale dei crediti oppure il rinvio al 2020 della road map circa l’uscita dal capitale della banca da parte del Mef.