Notizie ETF Per gli ETF made in Usa è sempre tempo di innovazione

Per gli ETF made in Usa è sempre tempo di innovazione

Pubblicato 15 Giugno 2011 Aggiornato 26 Settembre 2022 08:39

Giungono da Seattle alcune delle più interessanti novità per l’industria globale degli ETF. Per festeggiare al meglio i suoi 75 anni di vita, Russell Investments ha deciso di entrare con risoluzione nel campo degli ETF con una serie di replicanti dall’elevato contenuto innovativo. La società di gestione, che vanta asset under management per 161 miliardi di dollari ed è già molto conosciuta nel mondo degli ETF come uno dei principali index provider, ha lanciato lo scorso mese sul NYSE Arca la sua prima piattaforma di ETF che permette un’esposizione ad azioni a larga capitalizzazione degli Stati Uniti attraverso indici che si basano su sei discipline d’investimento comunemente applicate da gestori professionali. Ha poi fatto seguito una nuova tornata di emissioni denominata “Russell Factor ETFs”, sempre sull’azionario statunitense, in questo caso con indici legati anche all’universo delle small cap, con esposizione a 5 differenti fattori di rischio.
“Attraverso il lancio dei Russell ETF – ha detto Andrew Doman, presidente e ceo di Russell – puntiamo a fornire agli investitori una vasta gamma di prodotti innovativi e soluzioni su misura per raggiungere gli obiettivi di investimento di ogni singolo cliente”.

Differenti strategie sulle large cap Usa
Nel dettaglio la prima tornata di emissioni è stata  progettata dalla società di gestione statunitense per offrire un’esposizione alle società statunitensi a larga capitalizzazione suddivise in sei discipline di investimento comunemente praticate dai gestori professionali. La famiglia dei Russell Investment Discipline ETFs comprende sei differenti tipologie: il Russell Aggressive Growth ETF (AGRG) replica un  indice composto da società caratterizzate da attese di elevati profitti nel breve termine; il Russell Contrarian ETF (CNTR) replica un paniere composto da titoli che sono soliti “ritardare” rispetto al mercato e ai loro peers; il Russell Consistent Growth ETF (CONG) su un indice composto da società che mostrano una crescita degli utili sopra la media nel lungo termine; il Russell Equity Income ETF (EQIN) su un indice composto da società che mostrano l’abilità di pagare un dividendo stabile nel tempo; il Russell Growth at a Reasonable Price ETF (GRPC) va a replicare un indice composto da società che presentano un prezzo relativamente basso in relazione alle prospettive di crescita del lungo termine; infine il Russell Low P/E ETF (LWPE) su un indice che comprende le società che presentano multipli bassi rispetto alla loro media storica. I titoli compresi in questi indici devono far parte del Russell 1000, l’indice sulle large cap statunitensi più diffuso tra gli investitori istituzionali. “Nello sviluppo di questa prima gamma di replicanti – ha rimarcato  Andy Arenberg, managing director della distribuzione globale dei Russell ETF – abbiamo cercato le sei strategie più diffuse tra i gestori professionali per la selezione dei singoli titoli per costruire prodotti che danno accesso ad approcci di investimento reali, piuttosto che una semplice mercato, indici style o di settore”.  “Si tratta di strumenti finanziari sofisticati che vanno al di là delle offerte tradizionali presenti sul mercato – rimarca James Polisson, managing director di Russell ETF – e crediamo che ci sia una straordinaria opportunità di crescita attraverso la creazione di ETF che offrono mirate esposizioni che in precedenza non erano accessibili agli investitori”.

Russell Factor ETF: esposizione a 5 differenti fattori di rischio
A fine maggio è arrivata la seconda tornata di emissioni targate Russell. In tutto dieci ETF sotto l’insegna Russell Factor ETF che mirano ad offrire agli investitori più sofisticati delle soluzioni pratiche per gestire l’esposizione al rischio dei loro portafogli. E’ prevista l’esposizione a cinque fattori di rischio: beta elevato, beta basso, elevata volatilità, bassa volatilità ed elevato momentum. Per ognuno di questi fattori è prevista la versione legata alle large cap statunitensi e quella riservata invece alle small cap. “Il trade-off tra rischio e rendimento è sempre stato il nucleo delle decisioni di investimento – sottolinea  James Polisson, managing director di Russell ETF – tuttavia, i fattori di rischio, così come il modo appropriato per misurarli e gestirli, sono spesso una zona grigia non pienamente contabilizzata nel processo decisionale di investimento”. In tal senso i Russell Factor ETF provano a offrire una soluzione efficiente per ridurre le influenze indesiderate e gestire al meglio i fattori di rischio all’interno di un portafoglio.