Per Barclays “i cavi sono la soluzione”: promossa Prysmian con target che vola a 82 euro

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“Se le rinnovabili sono il problema, i cavi sono la soluzione“. E’ questo il titolo del lungo report firmato da Barclays sul settore ‘European Capital Goods’. “La rete elettrica rimane tra i mercati finali più interessanti per il comparto industriale”, sottolineano ancora gli esperti della banca d’affari UK ricordando come “i recenti eventi in Spagna evidenziano la necessità di investimenti in infrastrutture a supporto della transizione energetica“.
Una riflessione e un’analisi che portano gli analisti a giudicare “i cavi come la soluzione migliore“. Tra le big del settore, Barclays ha rimesso mano ai target price di alcune società, tra cui Prysmian il cui prezzo obiettivo è salito da 72 a 82 euro.
Prysmian e il nuovo target di Barclays: il settore europeo sotto la lente
Seduta in deciso rialzo per Prysmian (+4% a metà seduta) a Piazza Affari sull’onda della nuova valutazione di Barclays. Gli analisti hanno rivisto al rialzo il target price della big italiana dei cavi “sulla base di una maggiore visibilità degli utili per azione“, portandolo a 82 euro da 72, e hanno confermato il rating a overweight. Promossa anche la danese NKT che ha visto il prezzo obiettivo salire a 686 corone danesi da 597.
“La resilienza della rete elettrica durante la transizione energetica è al centro dell’attenzione dopo i recenti blackout, probabilmente a sostegno dei capex (gli investimenti in conto capitale in un mercato finale chiave per l’industria“, suggeriscono da Barclays evidenziando che i capex nella rete sono aumentati negli ultimi anni, trainati dalle espansioni e dagli ammodernamenti delle infrastrutture obsolete nei mercati sviluppati, generando spesso una crescita a due cifre del mercato finale per l’industria in cui sono esposte. I recenti blackout nella penisola iberica sostengono sia il sentiment positivo degli investitori sia la domanda di prodotti e sistemi industriali legati alle infrastrutture di rete e alla transizione energetica.
“Con i capex delle reti destinati a raddoppiare entro il 2030, favoriamo l’esposizione ai cavi“, affermano gli analisti della banca d’affari britannica indicando che entro il 2030 il fabbisogno medio annuo di investimenti nelle reti sarà più che doppio rispetto alla media 2018-2022. L’analisi dei dati dell’agenzia internazionale dell’energia (Aie) evidenziano un netto divario tra le attuali tendenze di spesa per la rete e gli investimenti necessari per raggiungere gli obiettivi climatici, soprattutto nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo.
Gli investimenti annuali nelle reti a livello mondiale sono stati stimati a 330 miliardi di dollari nel 2023. Questa cifra è destinata a salire a 565 miliardi entro il 2030 nello scenario STEPS (The Stated Policies Scenario), a 620 miliardi nello scenario APS (The Announced Pledges Scenario) e a 680 miliardi nello scenario NZE (The Net Zero Emissions). Secondo l’aie, le economie avanzate dovrebbero crescere a un carg di circa il 7% entro il 2030 nello scenario APS, mentre nei mercati emergenti il tasso di crescita è stimato al 12%. Nello scenario APS, la spesa media annua per trasmissione e distribuzione deve aumentare di circa il 67% nel periodo 2023-2030 rispetto al periodo 2016-2022, mentre per i mercati NZE questa cifra sale al 96%. Il blackout iberico, segnalano ancora, è un forte e duro promemoria dei rischi di investimenti insufficienti.
Due i fattori chiave alla base di questo aumento degli investimenti: garantire che le reti siano idonee allo scopo e collegare i nuovi clienti e nuove fonti di generazione rinnovabile a un’infrastruttura stabile. In parole povere, l’infrastruttura esistente è obsoleta e quindi inadatta alle future esigenze di trasferimento energetico. Secondo l’aie, entro il 2030 saranno previsti circa 80 milioni di km di investimenti in reti rinnovabili, ma solo il 23% circa dell’infrastruttura di rete nelle economie avanzate ha meno di 10 anni e oltre il 50% ha più di 20 anni.
Secondo la Commissione Europea, con il 40% delle reti di distribuzione dell’UE che ha più di 40 anni e la capacità di trasmissione transfrontaliera destinata a raddoppiare entro il 2030, saranno necessari investimenti per 584 miliardi di euro solo in questo decennio. Il Grid Deployment Office del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti prevede una domanda altrettanto forte negli Stati Uniti, dove stima che il 70% delle linee di trasmissione abbia più di 25 anni. Sebbene molte delle apparecchiature delle infrastrutture di rete siano effettivamente progettate per una lunga durata, con cavi ad esempio costruiti per una vita utile di 40-60 anni, gran parte della rete esistente sta comunque già invecchiando, e pertanto è necessaria una modernizzazione, oltre all’espansione e alla digitalizzazione complessiva della rete.
Le due preferite
Non hanno dubbi gli analisti di Barclays: i produttori di cavi NKT e Prysmian offrono la migliore esposizione a questo tema. “Aumentiamo i nostri target price su entrambi grazie alla maggiore visibilità degli utili – segnalano gli esperti – sosteniamo un’esposizione selettiva a questo tema e favoriamo i produttori di cavi Prysmian/NKT per la forte spinta degli utili e la maggiore visibilità derivante dall’esposizione diretta al rafforzamento della rete elettrica sia nella trasmissione che nella distribuzione”.
Guardando solo a Prysmian scrivono: “Aumentiamo del 3% la nostra stima degli utili a 12 mesi, riflettendo un più rapido mix di migliori progetti nel settore trasmissione e un margine di rete più resiliente, incentivato da migliori aspettative di domanda – si legge nel report -. Allo stesso tempo, aumentiamo la nostra valutazione del multiplo EV/EBIT a 14,6 volte a livello di gruppo, attestandosi a 2,7 volte al di sopra del suo multiplo mediano degli ultimi 10 anni. Il nostro nuovo obiettivo di prezzo di 82 euro per azione (in aumento rispetto ai 72 euro per azione) è superiore del 48% agli attuali livelli spot e implica un rapporto P/E a 12 mesi a 15,5 volte rispetto alla sua media decennale a 15,2 volte”.