Notizie Pensioni Pensioni integrative: gli italiani, pessimisti, preferiscono il risparmio a lungo termine

Pensioni integrative: gli italiani, pessimisti, preferiscono il risparmio a lungo termine

17 Settembre 2012 14:13

Italiani e spagnoli i più pessimisti d’Europa per quanto riguarda la pensione. E’ l’esito di una survey internazionale di ING su pensioni e risparmio a lungo termine nei Paesi dell’Eurozona, che evidenzia come in generale nel Vecchio Continente la preoccupazione di chi lavora non è più cosa fare dopo la pensione, ma almeno come arrivare a raggiungere un traguardo che pare allontanarsi sempre più. Complici le politiche dei governi dell’Eurozona, che rendono più gravoso e più tardivo l’accesso alla pensione, tra i 12 mila intervistati in 12 Paesi europei emerge che il 52% dei lavoratori europei teme di non avere abbastanza fondi per andare in pensione. I picchi di pessimismo si raggiungono in Italia e Spagna, con il 65 e il 73% rispettivamente di lavoratori timorosi per il proprio futuro previdenziale. A sorpresa, tuttavia, anche i francesi non vedono il mondo in modo più roseo: sono il 64% infatti i lavoratori d’Oltralpe che non si sentono tranquilli sul tema della pensione. I meno intimoriti sono invece gli olandesi (27%), mentre la Germania, pur incarnando oggi la nazione con l’economia più solida a livello europeo e sostenendo un ruolo dominante nella definizione dell’agenda finanziaria e politica dell’Unione, ha una percentuale di lavoratori preoccupati del 42%: inferiore alla media, ma comunque rilevante.
Gli Olandesi, oltre ad essere i più tranquilli d’Europa sotto il profilo pensionistico, sono anche coloro che fanno più ricorso alla pensione integrativa con versamenti contributivi aggiuntivi da parte del contribuente stesso o del datore di lavoro che confluiscono in un fondo pensione, in aggiunta alla quota obbligatoria prevista per legge nel Paese di residenza: lo fa il 67% dei lavoratori intervistati nei Paesi Bassi, contro una media del 42% in Europa.
Italia, Spagna e Francia sono invece le nazioni che presentano la minore penetrazione di previdenza complementare, con un tasso di sottoscrizione del 29% per Italia e Spagna e del 32% per la Francia.
In Italia, in particolare, ci si aspetta di andare in pensione 5 anni più tardi- è questo l’incremento medio atteso dagli intervistati nell’età pensionabile – e con standard di vita attesi inferiori a quelli degli attuali pensionati (la pensa così il 71% dei lavoratori italiani). Un preludio per una maggiore propensione a forme pensionistiche integrative? Per il momento a farla da padrone sono sempre i risparmi a lungo termine, dove gli italiani continuano a detenere il primato europeo, con la percentuale di possesso di risparmio più alta in Europa (60%) e 4 italiani su 10 che risparmiano proprio per guardare con serenità alla propria futura pensione.