Notizie Pensioni Pensioni: la Fornero non torna indietro, oggi al Senato il decreto Milleproroghe

Pensioni: la Fornero non torna indietro, oggi al Senato il decreto Milleproroghe

31 Gennaio 2012 15:05

Oggi il Senato approva definitivamente il decreto “Milleproroghe” che comprende la riforma delle pensioni, ormai approvata grazie al voto di fiducia alla Camera che ha visto 469 voti favorevoli contro 74 contrari. A partire dal 1 gennaio 2012 è dunque in vigore il sistema contributivo pro-rata anche per chi al 31 dicembre 1995 aveva almeno 18 anni di contributi, l’innalzamento a 66 anni dell’età pensionabile e a 67 dal 2021, 41 anni di anzianità contributiva per le donne e 42 per gli uomini per accedere al trattamento pensionistico anticipato.
Nessun passo indietro da parte del governo nonostante le proteste che sono state portate avanti contro questo sistema. “L’intervento è duro, ma non credo che si possa riaprire questa partita. Tornare indietro sarebbe pericolosissimo”, ha detto il Ministro del welfare Elsa Fornero in audizione davanti alle commissioni Lavoro e Affari Costituzionali alla Camera. “Le richieste che arrivano al mio tavolo – ha aggiunto il ministro – hanno a che fare non con il sistema pensionistico ma con gli ammortizzatori sociali”.
Ad essere in dubbio è il trattamento dei cosiddetti lavoratori “esodati”, e di coloro che hanno iniziato precocemente a lavorare. I primi sono coloro che, trovandosi a lavorare in un’azienda in crisi, hanno firmato volontariamente un accordo di accompagnamento alla conclusione del contratto di lavoro e che si trovano perciò a non avere un lavoro ma nemmeno a incontrare i parametri della nuova riforma per accedere alla pensione. Il decreto Milleproroghe salva solo coloro che hanno risolto il loro contratto entro il 31 dicembre 2011. Coloro che entro quella data hanno solo sottoscritto l’accordo di uscita anticipata con l’azienda (sono circa 60 mila persone, di cui 5 mila solo alle Poste, qualche decina in Fiat, 700 in Fincantieri) non hanno invece nessuna tutela, e potranno passare fino a 6 anni senza pensione.
Per quanto riguarda i lavoratori precoci, saranno salvati dai nuovi parametri solo coloro che matureranno l’anzianità contributiva prima del 31 dicembre 2017.