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Pensioni, col nuovo governo sistema contributivo per tutti

21 Novembre 2011 15:48

Addio al sistema retributivo per le pensioni degli italiani. Dal primo gennaio 2012 la rendita di chi lascia il lavoro sarà calcolata con il sistema contributivo: questa è l’idea del nuovo Ministro del welfare Elsa Fornero. Non più, quindi, pensioni che garantiscono il reddito ottenuto nell’ultima parte della carriera lavorativa, ma un sistema meno vantaggioso ma più equo per le nuove generazioni, con cui si riceverà in proporzione di ciò che si è versato, e in cui saranno favoriti coloro che resteranno più a lungo al loro posto di lavoro.
Come funziona il sistema contributivo? Il lavoratore, insieme all’azienda, accantona il 33% dello stipendio ogni mese; se è un lavoratore autonomo, solo il 20%. I contributi così versati verranno poi, a fine carriera, rivalutati in base all’andamento quinquennale del Pil e dell’inflazione, quindi più alti saranno questi parametri, maggiore sarà la rendita ricevuta. Al momento della pensione, al capitale viene applicato un coefficiente legato all’età in cui ci si ritira dal lavoro: più alta l’età, più alto il coefficiente. Ci sarà la possibilità di ritirarsi prima ma l’assegno mensile in questo caso subirà una riduzione proporzionale.
A partire da quando verrà applicato questo sistema? Il nuovo sistema verrà applicato a partire dal 1 gennaio 2012, ma solo a coloro che nel 1996 avevano un’anzianità di servizio inferiore ai 18 anni. Di questi, coloro che in quell’anno lavoravano già vedranno applicarsi un sistema misto, retributivo per gli anni lavorati prima del 1996, contributivo per quelli dopo, mentre coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 1996 avranno la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo. Coloro che invece nel 1995 avevano già 18 anni di anzianità o oltre continueranno ad avere la pensione calcolata con il sistema retributivo. Sistema che, comunque, sparirà completamente nel 2030.