Pensioni: Bankitalia, tenore di vita a rischio
Tenore di vita a rischio per i giovani. E’ questo l’allarme lanciato dalla Banca d’Italia, che ha fotografato lo scenario pensionistico del Belpaese nello studio dal titolo “Le scelte previdenziali nell’indagine sui bilanci delle famiglie della Banca d’Italia”, realizzato da Giuseppe Cappelletti e Giovanni Guazzarotti. Alla luce della riduzione del tasso di sostituzione atteso della pensione pubblica rispetto all’ultimo stipendio percepito e allo sviluppo poco significativo della previdenza complementare “molti lavoratori si trovano esposti a un forte rischio previdenziale, ovvero alla possibilità che, raggiunta l’età del pensionamento, si trovino a non avere risorse sufficienti a mantenere un tenore di vita adeguato”. Secondo le stime della Ragioneria Generale dello Stato, un lavoratore del settore privato che nel 2010 avrebbe ottenuto una pensione pari a circa il 70% dell’ultima retribuzione (al lordo dell’imposizione fiscale e contributiva), nel 2040 vedrà ridotta tale percentuale al 52 % a parità di requisiti contributivi. A fronte di una riduzione delle prestazioni pensionistiche, si contrappone un aumento dell’età di pensionamento attesa: tra il 2002 e il 2008 l’età è passata in media da 62 a 63 anni. “Il problema dell’esiguità del risparmio previdenziale privato – si legge nello studio – non sembra poter essere spiegato dalla scarsa consapevolezza degli effetti delle riforme da parte dei lavoratori”. Esistono altri fattori che giocano un ruolo più importante, quali il basso reddito disponibile, la scarsa conoscenza dei vantaggi della previdenza complementare, l’incapacità di formulare piani finanziari di lungo periodo e l’avversione per forme di risparmio poco liquide.