Notizie Dati Macroeconomici Pce core: inflazione in linea con attese, Fed attende dati sul lavoro

Pce core: inflazione in linea con attese, Fed attende dati sul lavoro

Pubblicato 31 Gennaio 2025 Aggiornato 5 Febbraio 2025 14:46

Il Pce core, la metrica dell’inflazione preferita della Fed, conferma le attese a dicembre con un aumento mensile dello 0,2% e un incremento del 2,8% su base annua, in linea con il mese precedente. Il dato dovrebbe placare le preoccupazioni per un’eventuale risalita dei prezzi, pur senza sbilanciare la posizione attendista della banca centrale sui tassi di interesse.

Pce core trimestrale ai minimi da luglio

L’indice core Pce traccia l’evoluzione dei prezzi delle spese per consumi personali, al netto delle componenti più volatili (alimentari ed energia) ed è ritenuto dalla Fed un buon indicatore dell’inflazione di fondo. In rialzo dello 0,4% la spesa corretta per l’inflazione.

Su base trimestrale annualizzata, una metrica che secondo gli economisti dipinge un quadro più accurato della traiettoria dell’inflazione, l’indicatore core Pce mostra un aumento del 2,2%, il minimo da luglio.

Una misura nota come indice Pce core “market-based “, è aumentata dello 0,1% per il secondo mese e del 2,4% rispetto all’anno precedente. I funzionari della Fed hanno fatto riferimento a questo parametro come un indicatore migliore della domanda e dell’offerta negli ultimi mesi.

Inflazione sopra il target della Fed

Nel complesso, i dati mostrano dunque un’inflazione ancora superiore al target del 2% della banca centrale. Al tempo stesso, però, evidenziano una stabilizzazione e ridimensionano i timori emersi negli ultimi mesi in merito ad una nuova accelerazione dei prezzi.

Separatamente, sono stati diffusi i dati sul costo del lavoro negli Stati Uniti nel quarto trimestre, da cui è emerso un raffreddamento della crescita al ritmo più basso dal 2021. Le minori pressioni al rialzo sui salari dovrebbero agevolare una discesa dell’inflazione.

Fed alla finestra aspettando job report

Mercoledì la Fed ha lasciato i tassi invariati su livelli restrittivi, nel range 4,25-4,50%, e il presidente Powell ha chiarito che serviranno ulteriori progressi sull’inflazione prima di riprendere ad abbassare il costo del denaro.

I funzionari stanno inoltre adottando un atteggiamento cauto rispetto al ritorno di Trump, per valutare l’impatto economico delle politiche della nuova amministrazione in tema di commercio, immigrazione, fisco e regolamentazioni.

Focus ora sul mercato del lavoro, in attesa dei nonfarm payrolls e del tasso di disoccupazione in uscita venerdì prossimo. La solida occupazione degli ultimi mesi è uno dei motivi per cui la Fed è tranquilla nel non abbassare rapidamente i tassi, quindi una lettura debole potrebbe scombinare le carte. Anche i dati sul Pil, in rialzo del 2,3% nel quarto trimestre, confermano il buono stato di salute dell’economia a stelle e strisce.